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MANET HA TRASFORMATO IL NERO IN LUCE

21 Marzo 2017 - Arte e cultura
MANET HA TRASFORMATO IL NERO IN LUCE

È questa una frase di Camille Pissarro (pittore tra i maggiori impressionisti) che ci dà immediatamente una definizione sintetica  della pittura e il ruolo centrale di Edouard Manet quale  iniziatore di una nuova figurazione che ci fa scoprire la  “meravigliosa Parigi” dell’800 in piena  trasformazione.

“MANET E LA PARIGI MODERNA” è la mostra organizzata nel Palazzo Reale di Milano. E’ la collezione di opere che il Musée d’Orsay propone per raccontare la vita e l’estro creativo di Édouard Manet, ma anche per rappresentare la scena artistico culturale e sociale della Parigi di fine ‘800.

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L’architetto milanese Corrado Anselmi si è occupato del progetto di allestimento e si è fatto interprete di una volontà di contestualizzazione delle opere esposte entro ambienti aulici ed espressivi che possano narrare non solo del famoso artista francese e delle sue opere iconiche, ma anche dei luoghi a lui cari: Parigi ed i suoi dintorni, la Spagna, i teatri parigini, le feste da ballo e la società che lui frequentava.

Con il tema L’EVIDENZA DELLA SCENA l’architetto ci precisa e dettaglia “ le ambientazioni proposte evocano il mondo in cui Manet si muoveva e da cui traeva ispirazione per le proprie opere. Gli ambienti della mostra dedicati all’Operà Garnier ed ai balli fastosi sono sottolineati da pareti rivestite di tessuto rosso cangiante con finiture di passamaneria dorata come per un sipario di scena. Più avanti nel percorso di mostra, la grande sala di Palazzo Reale con le lesene neoclassiche e le specchiere dorate fa da cornice e si interfaccia con alcune delle opere più famose di Manet quale Il balcone.

I colori dell’allestimento sono molto semplici e tratti dalla palette delle opere di Manet, come ad esempio l’azzurro polvere che è stato scelto ad imitazione del colore dei pantaloni di Emile Zolà che campeggia nel ritratto a lui dedicato nella prima sala di mostra. Le opere maggiormente iconiche di Manet sono invece evidenziate nell’allestimento su strutture appositamente studiate e trattate con un colore dorato e con una luce scenografica dal basso che ne sottolinea la rilevanza”.

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PUNTO DI SVOLTA DELL’ILLUMINAZIONE

Attraverso la precisa e puntuale lettura di queste opere create nel segno della luce materiale e strutturale, si penetra nel  percorso artistico di Manet  e quello di una serie di artisti, suoi contemporanei, con i quali frequentava i caffè, gli studi, i teatri e le residenze estive della Parigi del tempo.

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Nella mostra sono presenti circa un centinaio di opere, tutte provenienti dalla collezione del Musée d’Orsay, di varie tipologie: oli su tela, disegni ed acquerelli, maquettes e sculture.

Lungo il percorso espositivo è possibile ammirare le opere di Manet messe a confronto con grandi maestri coevi tra cui Boldini, Cèzanne, Degas, Gauguin, Monet, Berthe Morisot, Signac, Tissot, Fantin-Latour, Renoir.

Il lighting designer Barbara Balestreri, con Lisa Marchesi, dello Studio  BBLD,  ci forniscono una descrizione tecnica e creativa del percorso che hanno realizzato per mettere in luce non solo la molteplicità di contenuti, di autori e di tipologie, ma  anche dell’intero allestimento per  illuminare correttamente ogni opera e valorizzarne i contenuti, ma allo stesso tempo garantirne la conservazione.

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“ Per questo motivo”, ci viene comunicato, “ogni opera è illuminata curandone tutti gli aspetti tecnici: dal valore dell’illuminamento (Lux), alla totale assenza di raggi IR, alla limitazione di raggi UV, alla completa eliminazione degli abbagliamenti e dei riflessi.

Tale aspetto altamente tecnico, strettamente necessario per garantire la visione delle opere, si completa con la creazione di una particolare atmosfera soffusa, calda ed elegante, tipica degli ambienti della Parigi ottocentesca, all’interno della quale sono collocate, con un susseguirsi di raffronti e scoperte, tutte le opere.

Per realizzare l’illuminazione tecnica sono stati utilizzati degli apparecchi con dimmer on board, che possono montare sorgenti alogene del tipo Osram AR111, scelte per l’illuminazione d’accento delle opere in quanto hanno una elevata resa cromatica (Ra 100), sono filtrate UV ed IR, possono avere vari fasci di apertura (4°,6°,24°) ed hanno potenze molto basse (35W); gli stessi apparecchi possono montare anche sorgenti LED Philips AR111 con fasci di apertura medi (24°,40°) che vengono utilizzati principalmente per dare una luce di base calda, con temperatura di colore 3000 K, morbida e diffusa in tutte le sale.

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Attraverso l’utilizzo di tutta una serie di accessori speciali, quali ad esempio lenti diffondenti o fresnel, filtri e gelatine frost o ambra, snooter, alette antiabbagliamento e frangiluce, ogni opera è illuminata dosando correttamente l’intensità luminosa sia dal punto di vista tecnico, per garantire i livelli di illuminamento massimi, sia per creare un equilibrio tra tutte le opere esposte e le sale in cui sono inserite.

Tutti i disegni presenti in mostra sono stati invece illuminati attraverso degli speciali proiettori a LED con sagomatore e dimmer on board in grado di ricreare una luce delicata ma altamente definita e precisa intorno alla opere.  Anche in questo caso, come per tutti i dipinti su tela, la “pennellata” di luce d’accento si accompagna ad una luce di base molto uniforme e delicata sul pannello espositivo o sulle pareti di fondo.

Lungo tutto il percorso espositivo, per enfatizzare e fare risaltare nel contesto le opere del maestro Manet sono stati realizzati dei particolari totem espositivi che appaiono come leggermente fluttuanti sul pavimento attraverso l’inserimento di una luce lineare delicata lungo tutto il perimetro della base.

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Questo linguaggio elegante e delicato viene ripreso anche per tutte quelle particolari situazioni espositive in cui l’inserimento di una leggera linea luminosa integrata nell’allestimento crea una luce scenografica, senza però interferire con la corretta visione delle opere, come ad esempio per l’illuminazione delle grafiche attraverso luci dal basso, luci verticali su più piani, luci riflesse, retroilluminazioni ecc.

Ogni sala è stata curata come elemento unico, ma facente parte di un intero complesso, non solo per la luce integrata nell’allestimento ma anche per la luce d’accento, per questo 12.%20MANETmotivo, in linea con le situazioni esistenti a Palazzo Reale sono stati inseriti degli elementi tecnici per la corretta collocazione di tutti gli apparecchi di illuminazione,  con la costruzione di nuove travi a parete (nelle stanze principali) o l’aggiunta di binari a parete o sui cornicioni, per terminare con l’inserimento di profili circolari nelle ultime sale espositive che ricordano i lampadari storici, ma che nascondono invece dei piccoli faretti a LED”.

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