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MILANO PHOTOWEEK 2018

11 Giugno 2018 - Arte e cultura
MILANO PHOTOWEEK 2018

Nel capoluogo lombardo, un’intera settimana dedicata alla fotografia: mostre, laboratori, conferenze, proiezioni, visite guidate, progetti didattici ed editoriali

Dal 4 al 10 giugno 2018, la città ha reso omaggio alla fotografia con la seconda edizione di Milano PhotoWeek, un palinsesto diffuso che ha coinvolto ogni quartiere per tutta la settimana, promosso da Comune di Milano.

Oltre 170 occasioni per vedere, capire, scoprire, sentire, provare la fotografia, dal centro alla periferia: dal racconto diretto dei grandi fotografi al lavoro dei giovani; dai reportage di guerra alle immagini dal mondo; dalle foto di architettura fino all’arte contemporanea; dalle biografie dei protagonisti, da scoprire guardando un film, alla descrizione delle città che cambiano.

LIFE IN THE CITIES: HONG KONG – MICHAEL WOLF. Copyright M.W.

“La grande partecipazione a questa edizione della Milano PhotoWeek, che abita sempre più l’intero spazio urbano, rende necessario un hub come Palazzo Reale per coordinarne non solo i progetti espositivi, ma anche la moltitudine di approcci che il programma propone articolando linguaggi, attività e punti di vista – dichiara l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Questa settimana che dedichiamo alla fotografia, così come tutte le week da noi promosse e coordinate, intende anche essere anche una piattaforma di relazioni e progettualità che dura nel tempo, tessendo una rete di rapporti che rimane tesa fino alla successiva edizione, intersecandosi anche con altre week, come la Milano ArtWeek e la Milano DigitalWeek, e con altri progetti, come ‘Insieme senza muri’”.

 

PRADA OSSERVATORIO: TACCO – TORBJORN RODLAND.  Copyright T.R.

Al centro dell’edizione di Milano PhotoWeek 2018 è il Palazzo Reale che ha ospitato, nelle sale, quattro mostre promosse e prodotte da Palazzo Reale, con Musei Vaticani, Centro Ceco di Milano, Whirlpool EMEA e ArtsFor_ in collaborazione con Expowall; nel cortile, tre serate di cinema all’aperto in collaborazione con Anteo, oltre al PhotoWeek Bookshop gestito da Contrasto Editore.

Sala delle Cariatidi, in particolare, è stata il fulcro dell’intera settimana, con una serie di incontri curati da ArtsFor_ a ingresso libero in cui si sono presentati i protagonisti della fotografia e del fotogiornalismo in Italia a nel mondo.

PRADA OSSERVATORIO: INSTALLAZIONE  – TORBJORN RODLAND.  Copyright T.R.

L’edizione 2018 ha presentato un intenso programma di lectio magistralis e conversazioni sul ruolo della fotografia come strumento di indagine della contemporaneità, anche grazie alla partnership con BNL Gruppo BNP Paribas e alla collaborazione con “Internazionale” e World Press Photo che offre l’anteprima italiana dei 12 video vincitori del World Press Photo Digital Storytelling Contest.

Vari i progetti editoriali e, tra questi, un’edizione speciale del programma PhotoWeek con quattro differenti copertine, quattro diversi poster da conservare, con le immagini di Vladimír Lammer, Alex Majoli, Nicola Lo Calzo, Davide Monteleone. Un gioco in cui lo sguardo del fotografo viene momentaneamente modificato per creare un nuovo mondo di interpretazione.

GRANDI FOTOGRAFI PER I MUSEI VATICANI

La prima iniziativa, è stata la mostra “In piena luce. Grandi fotografi per i Musei Vaticani”, che a partire dal 24 maggio ha proposto al pubblico di Palazzo Reale una carrellata di immagini scattate da otto grandi fotografi contemporanei nelle sale dei Musei Vaticani.

Il progetto è nato con l’obiettivo di creare il primo fondo di fotografia contemporanea nelle Collezioni dei Musei Vaticani, e le opere in mostra sono frutto del lavoro creativo e interpretativo di una serie di artisti internazionali, diversi per prospettive di ricerca, formazione, stile e provenienza.

Mimmo Jodice, che ha lavorato sui visi della scultura romana; Massimo Siragusa, concentrato sugli spazi e le sale espositive; Alain Fleischer, che ha realizzato una serie di vertiginose visioni prospettiche degli ambienti dei Musei; Francesco Jodice e i suoi ritratti posati – a volte a grandezza 1:1 – dei visitatori; Martin Parr e il mondo colorato, debordante ma a suo modo coerente dei turisti; Peter Bialobrzeski, che ha lavorato sull’architettura esterna dei Musei; Antonio Biasiucci e il tempo sospeso delle opere nei depositi; Rinko Kawauchi e il suo profondo sguardo su tutto ciò che in un museo non è oggetto di contemplazione – come i pavimenti, le crepe nel muro, gli interstizi; infine, Bill Armstrong, che propone una personalissima e sorprendente rilettura della Cappella Sistina.

 

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