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UN TUFFO NEL PASSATO PER CAPIRE IL PRESENTE

3 Ottobre 2025 - Architettura
UN TUFFO NEL PASSATO PER CAPIRE IL PRESENTE

Dal 30 settembre  2025 il CASVA – Centro di Alti Studi sulle Arti Visive – apre le porte al quartiere QT8 e alla città, offrendosi a studiosi, studenti, associazioni e cittadini come luogo in cui custodire e condividere quella “cultura del progetto” che ha reso Milano la capitale internazionale del design e dell’architettura

 

Il CASVA è nato nel 1999 negli spazi del Castello Sforzesco, grazie al primo fondo acquisito dal Comune di Milano, l’archivio dell’architetto Luciano Baldessari, divenendo negli anni un centro di studi e ricerche unico nel suo genere.

Museo, biblioteca, archivio, spazio espositivo: questo istituto dalle molteplici funzioni, grazie a un percorso di ricerca costante, ha realizzato nel tempo 25 mostre e attivato relazioni con studiosi, studenti e cittadini.

Cattura. casva 1

Oggi conserva 44 archivi di architetti, designer, grafici, fotografi, art director e giornalisti, raccontati nella collana “I Quaderni del CASVA”, giunta al ventunesimo volume.

Il CASVA raccoglie e rende consultabili gli archivi legati alla cultura del progetto a Milano, consentendo di coglierne le connessioni, studiarne i rapporti e comprendere l’evoluzione urbanistica, architettonica e del design della città.

Cattura.casva 20

Il patrimonio comprende figure che hanno cambiato il volto delle città come Vittorio Gregotti, la ricerca pionieristica dello Studio MID, le intuizioni radicali di Enzo Mari, le invenzioni funzionali di Roberto Sambonet, i progetti di Nanda Vigo, le illustrazioni di Maria Pezzi.

Sono conservati al CASVA tessuti disegnati da Gio Ponti, Lucio Fontana e Gianni Dova e gli oggetti iconici dello Studio De Pas-D’Urbino-Lomazzi, protagonisti al MoMA di New York nel 1972, quando il Made in Italy venne incoronato a livello internazionale.

Cattura casva 3

Tra gli archivi conservati ricordiamo quelli di Luciano Baldessari, Francesco Gnecchi Ruscone, Cecilio Arpesani, Francesco Ginoulhiac e Teresa Arslan, Egizio Nichelli, Amneris Latis, i fratelli Soncini, Enrico Freyrie, Angelo Cortesi.

La fotografia è presente con Carla De Benedetti.

Il trasferimento degli archivi dal Castello Sforzesco e dalla Fabbrica del Vapore alla nuova sede dell’ex mercato coperto del QT8 rende più accessibile e valorizza un patrimonio unico che trova nel quartiere stesso, ideato da Piero Bottoni in occasione dell’Ottava Triennale del 1947, un luogo simbolico per accogliere un istituto dedicato alla memoria architettonica e urbana di Milano.

Il recupero e la rifunzionalizzazione dell’ex mercato, nel rispetto delle caratteristiche originarie dell’edificio, ha avuto il fondamentale contributo ideativo del gruppo di lavoro del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, mentre lo studio di fattibilità tecnico-economica è stato realizzato da Architetti per Milano e donato al Comune da Fondazione Triennale. La progettazione definitiva ed esecutiva, la direzione dei lavori e il coordinamento della sicurezza sono stati affidati a MM.

Cattura casva 2

I 1.254 mq del primo piano sono dedicati alla divulgazione, con mostre e attività rivolte agli studiosi e al quartiere in uno spazio espositivo adatto anche ad ospitare conferenze.

Sempre al primo piano si trovano un bar, il bookshop e le salette per laboratori e attività didattiche dell’Istituto e iniziative culturali proposte dalle numerose associazioni del quartiere.

Al piano seminterrato (1.715 mq) si trovano gli archivi e gli spazi funzionali allo studio (una sala di consultazione e una sala di lettura).

All’esterno il CASVA è circondato da ampie superfici pavimentate: al primo piano un portico coperto e una terrazza affacciati sul Monte Stella; al piano seminterrato un ampio cortile prospiciente la sala di lettura per attività culturali all’aperto.

 

Cattura la madonninaIl ritorno della Donnina di Milano

La Donnina di Milano, imponente scultura in pietra calcarea realizzata da Marino Marini nei primi anni ’30, era stata collocata da Piero Bottoni all’inizio degli anni ’50 sulla cima del Monte Stella, diventando simbolo affettivo e identitario del QT8. Protagonista di una lunga vicenda di spostamenti, scomparse e ritrovamenti, l’opera – oggi parte delle collezioni del Museo del Novecento – è stata restaurata dal Museo Scienza e Tecnologia e restituita al quartiere trovando posto al CASVA.

 

 

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