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25 MODI PER PIANTARE UN CHIODO

1 Novembre 2020 - Design
25 MODI PER PIANTARE UN CHIODO

ENZO MARI. Nel mondo del design, della progettazione globale, dell’architettura, della grafica chi non ha conosciuto Enzo Mari e in parallelo Lea Vergine, si faccia vivo. Oggi che non ci sono più ne parlano tutti, addetti e non addetti ai lavori e tutti citano con tono basso il pessimo carattere di questi due personaggi di primo piano della Milano dal ’60 in poi, fino alla loro partenza per un viaggio, insieme, nell’infinito creativo.

 

di Oreste Griotti

E li ho consocuti anche io, prima LUI e poi LEi nel 1975. Mi stavo occupando di una rassegna di grafica, design e comunicazione per le notissime, a quei tempi, Grafiche A.Nava.

Il magazine – rassegna si chiamava “2 dimensioni”.  E l’attenzione era dedicata, nei vari volumetti, a Salvatore Gregorietti, Max Huber, Pino Tovaglia, Giancarlo Iliprandi, Silvio Coppola,  G&RAssociati, Armando Milani, Heinz Waibl, Unimark International.

A questi nomi indimenticabili non poteva non essere affiancato ENZO MARI. Con fatica riusci a strappargli un appuntamento nel suo studio in Piazzale Baracca, a Milano.

Gli illustrai il prodotto/progetto, gli citai i nomi che erano suoi pari e conoscenti.  Potrei citare a memoria, ancora oggi, la sua risposta che non riporto, il male modo in cui mi disse che a lui QUEI PROGETTI EDITORIALI…. Insomma, non ci fu intervista, e credo che ENZO MARI non sia mai apparso su  ” 2 dimensioni “.

Passò qualche giorno, ricordo bene, incontrai Enzo e LEA VERGINE sempre in Piazzale Baracca. Mi invitarono a bere un caffè insieme. Non si parlò dell’intervista mancata, ma LEA sapeva e mi ” insultò ” con uno dei suoi freddi sorrisi, mentre girava il cucchiaino nella tazzina del caffè dicendomi ” un’intervista a Enzo? Sei fuori di testa ”

FINE.

Oggi ricordo con piacere e tristezza quel giorno del 1975. ADDIO.

NANDA VIGO LO ZOO DI ENZO. ( ph. Luca Di Ioia)

 

E SIAMO NEL 2020

La Triennale Milano con il suo Museo del Design Italiano presenta la mostra ENZO MARI.  CURATED BY HANS ULRICH OBRIST  WITH FRANCESCA GIACOMELLI dedicata al lavoro e al pensiero di Enzo Mari, uno dei principali progettisti, artisti, critici e teorici, documentati attraverso progetti, modelli, disegni e materiali spesso inediti, provenienti dall’Archivio Mari recentemente donato al CASVA, Centro di Alti Studi sulle Arti Visive del Comune di Milano  (vedi dettaglio in basso).

Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, ricorda che “ in una intervista del 2016 Mari ha affermato di aver posto la condizione che, dopo la donazione, per quarant’anni nessuno avrebbe potuto accedere al suo archivio. Questo perché, nelle sue più ottimistiche ipotesi, solo dopo questo lasso di tempo, una nuova generazione potrà farne un uso consapevole e riprendere così in mano il significato profondo delle cose. La grande retrospettiva in Triennale costituisce dunque un’occasione unica per approfondire la lunga carriera di Mari – proprio nella città in cui ha sempre vissuto e lavorato – offrendo nuovi spunti interpretativi e chiavi di lettura”.

1967 – L’OCA – immagine 49

La mostra, nata dal costante scambio e dialogo intercorsi negli anni tra Mari stesso e il curatore Hans Ulrich Obrist, racconta oltre 60 anni di attività progettuale, dall’arte al design, dall’architettura alla filosofia, dalla didattica alla grafica.

Il progetto espositivo è articolato in una sezione storica, a cura di Francesca Giacomelli, e in una serie di contributi di artisti e progettisti internazionali–Adelita Husni-Bey,Tacita Dean,Dominique Gonzalez-Foerster, Mimmo Jodice, Dozie Kanu, Adrian Paci, Barbara Stauffacher  Solomon,Rirkrit T iravanija,Danh Vō e Nanda Vigo, oltre a Virgil Abloh per  il progetto di merchandising, invitati a rendere omaggio a Mari attraverso installazioni site-specific e nuovi lavori appositamente commissionati.

1963 – FORMOSA – 1966 TIMOR – IMMAGINE 55

 Un contributo particolare è quello di Nanda Vigo che nell’opera inedita, ideata per la mostra, prima della sua scomparsa, reinterpreta con la luce due dei lavori più celebri di Mari, i 16 animali e i 16 pesci.

La sezione storica si sviluppa a partire dal riallestimento dell’ultimo progetto espositivo dell’autore, Enzo Mari. L’arte del design, tenutosi alla GAM, Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino nel 2008-2009, di cui Mari stesso aveva seguito la curatela, l’allestimento e il catalogo.

La mostra presenta un corpus che raccoglie una selezione di circa 250 progetti di Mari – dalle Pitture degli anni Cinquanta alle Strutture degli anni Cinquanta e Sessanta (Arte programmata), dalla serie di contenitori Putrella(1958) ai multipli d’arte della Serie della Natura (1961-1976), dai vasi delle Nuove

proposte per la lavorazione a mano del marmo. Serie Paros (1964) agli Allestimenti modulari di cartone (1964-1970) fino al progetto Per un Nuovo Museo del design per la rivista “Abitare” (2009-2010) – considerati tra i più rappresentativi dei quasi 2.000 ideati nel corso della sua carriera. Le opere sono esposte in ordine cronologico, senza distinzioni fra discipline, tecniche e tipologie di ricerca.

PAROS – DANESE MILANO ( ph. Luca Di Ioia)

In parallelo, diciannove Piattaforme di Ricerca, ideate per la mostra in Triennale, presentano approfondimenti su altrettanti progetti dai quali emergono le tematiche centrali nella pratica e nella poetica di Mari: le prime indagini sulle ambiguità percettive, le ricerche sulla produzione sperimentale, le ricerche sulla produzione di serie, il tema dello standard, etc.

Completa il percorso una serie di video interviste realizzate da Hans Ulrich Obrist che testimoniano la costante tensione etica di Mari, la sua profondità teorica e la straordinaria capacità progettuale di dare forma all’essenziale.

Con la retrospettiva su Enzo Mari e il Museo del Design Italiano l’intero piano terra del Palazzo dell’Arte è così dedicato al design italiano. L’esposizione si inserisce nel percorso iniziato da Triennale e dal suo Museo con le grandi mostre dei Maestri del design (Mario Bellini, Osvaldo Borsani, Achille Castiglioni, EttoreSottsass). Un percorso che continuerà nell’aprile del 2021 con l’esposizione dedicata a Vico Magistretti.

INSTALLAZIONE VODUM AFRICAN VODOO FOND. ( ph. Luca Di Ioia)              

IL CATALOGO

Il catalogo che accompagna la mostra è edito da Electa e celebra il lavoro e il pensiero di Enzo Mari, ricostruiti principalmente attraverso il costante dialogo, coltivato negli anni, con il curatore Hans Ulrich Obrist.

Progetti, disegni, materiali inediti di archivio, saggi e interviste documentano oltre 60 anni di attività, tracciando per la prima volta un percorso organico ed esaustivo, articolato in 19 Piattaforme di Ricerca, capace di restituire la sensibilità di Mari desi-gner, artista, critico e teorico, e l’acuta attualità del suo pensiero. Secondo Mari, il design è tale soltanto se comunica anche conoscenza: i progetti, resistenti alla prova spietata dal tempo, sono concepiti per essere sostenibili, sia nella loro materialità sia nell’estetica, e accessibili a tutti. Come ricorda Hans Ulrich Obrist “Per Enzo tutto ruota intorno all’oggetto, e solo il buon design è destinato a trionfare”. Accanto all’approfondimento monografico, e al regesto completo delle opere, il catalogo è arricchito da numerose interviste e da suggestivi contributi di progettisti e artisti di fama internazionale, invitati dal curatore a rendere omaggio al lavoro e alla figura di Enzo Mari attraverso le loro opere.

 

L’ARCHIVIO DI ENZO MARI
La Giunta del Comune di Milano in Febbraio 2020 ha approvato la delibera di accettazione della donazione da parte di Enzo Mari del suo archivio professionale dal 1952 al 2015. Ora quindi il complesso archivistico che raccoglie tutta l’attività professionale del grande architetto, artista e designer, cinque volte vincitore del Compasso d’Oro, entra a far parte del patrimonio civico milanese.

L’archivio, il cui valore è stato stimato in mezzo milione di euro, è articolato in circa 1.500 progetti e consiste tra l’altro in documentazione tecnica, modellini, prototipi, lucidi, disegni, disegni tecnici, prove di stampa, manifesti, opere d’arte, multipli d’arte, campioni di produzione, l’archivio fotografico, libri e cataloghi, di Enzo Mari e su Enzo Mari.

Enzo Mari ha voluto donarlo al Comune di Milano affinché fosse riordinato, conservato, catalogato e messo a disposizione del pubblico all’interno delle collezioni archivistiche del CASVA | Centro di Alti Sudi sulle Arti Visive, che si arricchiscono così di un nuovo importante contributo, oltre molti prestigiosi altri tra cui quelli di Luciano Baldessari, Roberto Sambonet, Studio DDL (Jonathan De Pas, Donato D’Urbino e Paolo Lomazzi) e Vittorio Gregotti, per cui il CASVA si configura già come un centro di rilevanza europea per lo studio dell’architettura, dell’arte e del design del Novecento.

Inoltre la Giunta ha approvato anche il progetto di fattibilità tecnico-economica per la realizzazione del CASVA presso il quartiere QT8, con un investimento previsto di 7.350.000 euro.

CHI E’ ENZO MARI

Enzo Mari è stato uno dei designer più innovativi della seconda metà del Novecento e ha influenzato profondamente il lavoro dei suoi contemporanei, in Italia e all’estero. La sua ricerca teoretica, ancor più che i prodotti da lui studiati, ha lasciato un segno importante nel design industriale nel secolo scorso.Nasce a Cerano (NO) il 27 maggio 1932; tra il 1952 e il 1956 compie i suoi studi all’Accademia di Brera di Milano, dove si diploma.Sin dagli anni Cinquanta partecipa alle avanguardie artistiche milanesi, entrando a far parte prima del gruppo dell’Arte Cinetica, dove ha modo di conoscere Bruno Munari che avrà forte influenza su alcuni dei suoi lavori, e poi del gruppo dell’Arte Programmata, il cui slogan “il nostro scopo è fare di te un partner”, influenzerà il concetto di autoproduzione, uno dei filoni più innovativi esplorati dal designer. Nel 1963 diventa coordinatore del Gruppo Nuova Tendenza e organizza l’esposizione del gruppo alla Biennale di Zagabria del 1965. Dal 1963 al 1966 ha una prima esperienza come docente presso la Scuola Umanitaria di Milano, esperienza che continuerà sino agli anni 2000 in numerose altre scuole, tra cui il Politecnico di Milano e l’Università di Parma.

Nel 1971 partecipa con un intervento critico alla mostra Italy: the New Domestic Landscape al MOMA di New York, insieme ad altri grandi del design quali Vico Magistretti, Ettore Sottsass, De Pas – D’Urbino – Lomazzi. È stato cinque volte vincitore del Compasso d’Oro, tra cui l’ultimo alla carriera nel 2011. Alla sua lunga produzione di oggetti (dai vasi alle sedie, dalle librerie alle ciotole, con Danese, Driade, Zanotta), Enzo Mari affianca sempre una costante attività artistica con mostre personali e collettive in Italia e all’estero.

Sue opere sono esposte in diversi musei d’Arte contemporanea (Roma, Stoccolma, Amsterdam, New York). Partecipa a molte Biennali (Venezia, Zagabria) e alla Triennale di Milano.

Uno dei suoi libri più famosi è ‘25 modi per piantare un chiodo’ (MONDADORI 2011), importante riflessione professionale sullo sfondo del design italiano del ‘900. È stato Presidente dell’Associazione per il Disegno Industriale dal 1976 al 1979.

1967 – L’OCA ( dettaglio) – immagine 49

 

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