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ARTISSIMA CI PORTA DA KOSUTH

12 Novembre 2017 - Arte e cultura
ARTISSIMA CI PORTA DA KOSUTH

Dopo Frieze a Londra e FIAC a Parigi, ecco Artissima a Torino che si propone  nel mercato internazionale dell’arte (il 70 per cento delle gallerie che espongono sono straniere) con una grande attenzione per la sperimentazione. Il 3 novembre ha aperto le porte all’Oval del Lingotto con in testa Ilaria Bonacossa, al timone di questa nuova edizione.

Con Present Future la fiera persevera nella sua vocazione di piattaforma di ricerca, con la collaborazione dei giovani curatori Cloé Perrone, Samuel Gross, João Laia e Charlotte Laubard.

27 saranno, poi, gli artisti che popoleranno la sezione Back to the future, curata da Anna Daneri, Zasha Colah, Dora García e Chus Martinez, tra cui Santi Alleruzzo per SpazioA di Pistoia; Rasheed Araeen per Rossi & Rossi (Londra, Hong Kong); Luciano Bartolin per Studio Dabbeni (Lugano).

Per la prima volta ad Artissima arriva anche il focus sul disegno con 25 stand dedicati a questa pratica artistica, a cura di João Mourão e Luís Silva.

Dal 3 al 5 novembre tutta Torino è praticamente un hub del contemporaneo a cielo aperto. Complice anche NESXT, il vulcanico festival diffuso sul territorio cittadino, attivo già dallo scorso 26 ottobre. A essere coinvolte numerose realtà del territorio legate all’esperienza artistica (spazi di ricerca, teatri, librerie, laboratori, temporary e project space o realtà indipendenti), insieme a 10 progetti indipendenti italiani, che sono stati selezionati e invitati dal board curatoriale, come manifesto di NESXT rispetto al concetto di realtà artistica indipendente.

Non solo fiere e festival. Ma anche mostre. In musei e gallerie. Inaugurate in occasione della settimana sabauda dell’arte contemporanea.

Una mostra che tra le tantissime richiama la nostra attenzione è quella di KOSUTH. “Colour In Contextual Play. An installation by Joseph Kosuth” e “Neon in Contextual Play: Joseph Kosuth and Arte Povera”, a cura dello stesso Kosuth, nello storico spazio della Galleria d’arte Mazzoleni in piazza Solferino 2, Torino.

Si tratta di un progetto già presentato, nella primavera scorsa, nella sede londinese della galleria e, in questa occasione, ripensato e ampliato.

Al piano terra della Galleria  riempie lo spazio espositivo l’allestimento “Neon in Contextual Play: Joseph Kosuth and Arte Povera”, a cura dello stesso Kosuth, con alcuni suoi esempi di lavori al neon degli anni Sessanta, opere che hanno modificato l’orizzonte dell’arte concettuale, accostati ad altrettanti artisti del neon quali Pier Paolo Calzolari, Mario Merz ed Emilio Prini.

L’Arte Povera si manifesta qui come espressione artistica profondamente ancorata anche nella vita di Kosuth, come la stessa città sabauda d’altronde, teatro nel 1970, della sua prima personale italiana, 15 Locations 1969/70 Art as Idea as Idea 1966-1970.

Una duplice mostra, pertanto, da Mazzoleni per Kosuth, a sua volta nel duplice ruolo di artista e curatore, che ha letteralmente occupato la nota galleria torinese, ne ha modificato i connotati per ospitare vaste installazioni  seguite passo passo, dalla tinteggiatura delle pareti, alla collocazione dei quadri, opere totali che ci consentono di leggere altrettante pagine capitali della storia dell’arte contemporanea.

 


La mostra è aperta fino al 20 gennaio 2018.


 

 

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