Menu

FERRARA PALLADINO LIGHTSCAPE ACCENDONO IL MUSEO POLDI PEZZOLI

16 Maggio 2017 - Lighting Project

“La domanda che ci siamo posti  – dice Cinzia Ferrara dello studio FERRARA PALLADINO LIGHTSCAPE alla conferenza stampa di presentazione dell’allestimento luminoso – e sulla quale, grazie alla disponibilità e lungimiranza del Museo, abbiamo potuto sviluppare il sistema che qui presentiamo, e forse la più importante di tutte: qual è la migliore luce per illuminare un dipinto? Come illuminare evitando di interpretare? Come garantire la migliore visione senza forzature o passi falsi?”

Troppo spesso in ambito espositivo assistiamo a soluzioni che ingannano la nostra percezione. Dipinti dai colori troppo saturi ma che assai di frequente incontrano il favore dei critici, perfette inquadrature luminose che “impreziosiscono” il quadro ed esaltano il pubblico, luce concentrata su un punto dell’opera dove si svolge l’azione, riproduzione di luce fredda e diffusa quasi a simulare quella naturale che pervadeva lo studio dell’artista durante la creazione o invece quella, piu fievole e tremolante delle candele come poteva essere quella usata quando il giorno non era stato sufficiente a terminare l’opera promessa al committente.

 

Salone dorato @Walter Gumiero

Foto Walter Gumiero

Il sistema di illuminazione progettato per il POLDI PEZZOLI fornisce una risposta a questi quesiti attraverso un sofisticato sistema di regolazione cromatica che tiene conto anche delle interferenze date dal colore delle pareti delle sale e che permette di ottenere da sorgenti LED prestazioni cromatiche molto vicine a quelle delle sorgenti a filamento, da sempre riconosciute come le migliori in ambito museale ma oramai del tutto rimpiazzate dalla tecnologia led.

Il tuning cromatico e stato eseguito per ciascun proiettore su ogni opera illuminata con l’ausilio di uno spettrofotometro e relativo software (parametri Tk, Δuv, e Ra).

Il sistema, interamente progettato da Ferrara Palladino Lightscape, si distacca completamente dall’idea canonica d’illuminazione museale, che spesso si limita a una disposizione perimetrale di proiettori su binario. In questo caso, il sistema si sposta dal perimetro al centro delle stanze, a rievocare, secondo un’accezione tutta domestica, l’idea del lampadario.

Sono state costruite grandi sospensioni in materiale composito, in modo da rendere la struttura leggera nel suo complesso, anche in considerazione dei lunghi bracci, necessari per raggiungere i quadri piu lontani.

La struttura sospesa è articolata su un numero variabile di bracci in carbonio estensibili, secondo necessità, fino a 2 metri. All’estremità dei bracci, il proiettorino alloggia 12 LED suddivisi in 4 gruppi, ciascuno pilotabile singolarmente. Il Sistema di alettatura è stato dimensionato per garantire una temperatura di funzionamento dei LED molto contenuta e quindi un punto di colore stabile. Molto interessanti i consumi energetici – la potenza di ogni apparecchio è di 15W – inferiori di circa 1/3 rispetto al precedente impianto.

CHIUDI
CHIUDI