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FESTA DI LUCE NEL DUOMO DI MILANO

17 Febbraio 2016 - Lighting Project
FESTA DI LUCE NEL DUOMO DI MILANO

E’ dall’ 1 maggio 2015 che ogni persona che è entrata in Cattedrale a Milano ha avuto la possibilità di scoprire il rinnovato racconto di luce del Duomo, ed avvertire subito la nuova quasi irreale dimensione delle volte gotiche.

La nuova grande illuminazione che si avvale di LED ad alto risparmio energetico, presenta alla città il Duomo di Milano che si potrà mostrare nei suoi aspetti più sconosciuti: la sua maestosità unica al mondo, suggestiva e sfaccettata, rimasta per secoli nascosta, si rivela al pubblico in tutta la sua naturale bellezza.

“La luce diventerà simbolo e, insieme, strumento per riscoprire la Cattedrale con tutti i suoi preziosi particolari. È per questo – sottolinea Monsignor Borgonovo, Presidente della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano – che inauguriamo la nuova illuminazione che sarà accolta con gioia da tutta la Diocesi Ambrosiana.
Essa è un’opportunità per mostrare alla città e al mondo intero la fedeltà della nostra Cattedrale alla sua storia, nella sua aperta accoglienza e nella sua continua scoperta della bellezza della fede”.

Si tratta di un importante impianto pensato per dare risalto alla secolare storia del Duomo caratterizzato da distanze e altezze vertiginose come confermano le parole dell’ing. progettista Pietro Palladino: “Scopo del progetto è quello di trasformare la luce nello strumento di valorizzazione della maestosità dell’insieme architettonico e di glorificazione del più importante centro di preghiera della città”.
In un incontro successivo all’inaugurazione del nuovo impianto di illuminazione, abbiamo incontrato l’architetto Cinzia Ferrara e l’ing. Pietro Palladino, progettisti dell’importante intervento, che ci hanno introdotti nei dettagli del progetto e illustrato il percorso creativo che accompagnerà tutta Milano ad una nuova lettura – scoperta
delle particolari architetture e fregi del proprio “ nuovo “ Duomo.duomo_milano

Quando si tratta di illuminare un interno, ci hanno detto, in questo caso un luogo che è allo stesso tempo luogo di culto, monumento e simbolo di una città, può accadere che si parli subito di atmosfera, di equilibri luminosi e di valorizzazione di un’area piuttosto che un’altra.

Il primo aspetto da considerare è piuttosto la monumentalità dell’insieme architettonico, le sue dimensioni impressionanti, il fuori scala che ci accompagna fin dal primo momento, una volta varcato l’alto portone.duomo 2

E’ con questi volumi che ci siamo da subito confrontati, le distanze vertiginose  che ci separano dalle volte, la sensazione di essere piccoli e sovrastati da qualcosa  che è molto più grande di noi.

Ma questo non basta.

Superato il primo momento di smarrimento di fronte ad una tale maestosità, si avvertono altre sensazioni: la severità dell’architettura e la predominanza di verticalità spingono lo sguardo verso l’alto, ma allo stesso tempo la dilatazione orizzontale dello spazio ci invita a ricercare la continuità del pavimento oltre i pilastri, nel vano tentativo
di abbracciare l’ intero spazio.
E’ su questi presupposti che si fa strada l’idea progettuale.

Infatti, se la luce deve riuscire ad attraversare lo spazio permettendoci di percepire il gigantismo di scala e apprezzare l’altezza sfrontata dei suoi pilastri, allora è necessario porsi nei punti più alti e di là riempire il volume d’aria con la luce fino ad arrivare a terra.

In questo modo l’illuminazione crea una sorta di tappeto di luce, così da raccordare gli spazi e addolcire l’intera percezione.

Fino ad ieri ci eravamo abituati in una cattedrale nella quale il tono era dimesso, si avvertiva una sensazione di trascuratezza, in grandissima misura dovuta alla scarsa e inadatta illuminazione.

Scopo del progetto è stato quello di trasformare la luce nello strumento di valorizzazione della maestosità dell’insieme architettonico.

I criteri di progetto rispondono alle esigenze di valorizzazione del monumento in ogni sua parte e a quelle più strettamente connesse con l’uso della cattedrale per le funzioni religiose ordinarie e solenni.

Le scelte tecniche possono essere riconducibili sostanzialmente a due tematiche fondamentali: l’affidabilità dell’impianto e la minimizzazione degli interventi di manutenzione.

Per soddisfare gli obiettivi di progetto, sono stati scelti apparecchi dotati di sorgenti LED, con una durata di vita dichiarata di 50 mila h, tutti equipaggiati con regolazione del flusso a bordo per garantire la possibilità di un’accurata regolazione.

Il sistema di gestione, inoltre, prevede un certo numero di sezionamenti dell’impianto in modo da poter disporre di diverse configurazioni e quindi, diverse scene di luce senza ricorrere a sistemi di gestione elettronica.

Le apparecchiature individuate hanno dimensioni molto ridotte: inserite nel contesto non risultano intrusive.

I NUMERI DEL NUOVO IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE DEL DUOMO DI MILANO

24 kW la potenza totale installata di progetto, circa un terzo di quella del vecchio impianto di illuminazione

784 – i corpi illuminanti

30.400 le ore di accensione dell’impianto di illuminazione del Duomo in 1 anno

12.000 mt la lunghezza del cavo elettrico installato

50.00 ore di durata la vita dichiarata dei corpi illuminanti

(immagini: Studio Ferrara-Palladino)

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