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GUGGENHEIM DI BILBAO: UNO “ SCHIZZO “ DI FRANK GEHRY

4 Marzo 2019 - Architettura
GUGGENHEIM DI BILBAO: UNO “ SCHIZZO “ DI FRANK GEHRY

Nell’architettura, e non solo, vale  la regola dell’andare avanti, il “WHAT IF?” come principio guida dell’immaginario. Nasce l’arpeggio tra l’acciaio, il titanio, il vetro  per creare strutture armoniche essenziali che si esibiscono per dare spazio all’arte, per comunicare e trasmettere al cervello nuove sensazioni, nuovi segni che all’inizio sembrano non aver alcun senso ma che si sviluppano se hai il coraggio di lasciarti andare.

testo e foto di GIACOMO GALLI  CASAGRANDE

BILBAO era una città tra le mille della Spagna. Ma un bel momento ha avuto uno scatto, la voglia di emergere, per cercare di auto-presentarsi non solo alla Spagna, ma al mondo. Non è stata solo la tecnologia a differenziarla, a staccarla dal passato e lanciarla nel futuro.

Anche la tecnologia ha contribuito a fare di BILBAO una stella del firmamento, ma sono state la cultura, la comunicazione, la creatività di ultima  generazione che hanno creato la formula del successo.

CAPACITA’ DI PREVEDERE

Quando fu inaugurato nel 1997, il Guggenheim Museum di Bilbao progettato da Frank Gehry – una struttura spettacolare fatta di titanio, vetro e pietra calcarea – fu salutato come l’edificio più importante del suo tempo. Situato nella città basca di Bilbao, nel nord della Spagna, il museo ospita mostre organizzate dalla Fondazione Guggenheim e dal Guggenheim Museum di Bilbao, nonché selezioni dalla collezione permanente dei musei Guggenheim.

I piani per un nuovo museo a Bilbao risalgono alla fine degli anni ’80, quando l’amministrazione basca iniziò a formulare una grande riqualificazione della regione.

E’ nel 1991 che le autorità basche hanno proposto l’idea di un Guggenheim Museum di Bilbao alla Fondazione Solomon R. Guggenheim.

Nel portare avanti il ​​museo, sono stati selezionati tre architetti:  Arata Isozaki dal Giappone, Coop Himmelb dall’Austria e Frank O. Gehry dagli Stati Uniti ed  invitati a partecipare a un concorso per produrre un MUSEO.

Non c’erano limiti in termini di disegn o modelli da realizzare, agli architetti è stato solo chiesto di presentare ciò che pensavano avrebbe trasmesso il loro concetto per il nuovo museo.

 

FRANK GEHRY

Fin dal momento in cui ha aperto nel 1997, il Museo Guggenheim di Bilbao di Gehry, con le sue caratteristiche curve in titanio e il suo atrio in vetro, è stato salutato come uno degli edifici più importanti del 20 ° secolo.

L’uso di Gehry della tecnologia di progettazione assistita dal computer gli ha permesso di tradurre le forme poetiche in realtà. L’architettura risultante è scultorea ed espressionista, con spazi diversi dagli altri per la presentazione dell’arte. Il museo si integra perfettamente nel contesto urbano, dispiegando le sue forme interconnesse di pietra, vetro e titanio su un’area di 32.500 metri quadrati lungo il fiume Nervión nel vecchio cuore industriale della città.

UNA STRUTTURA “ MANTRA”

Undicimila metri quadrati di spazio espositivo sono distribuiti su diciannove gallerie. Dieci di queste gallerie hanno un piano ortogonale classico e possono essere identificate dall’esterno con le loro finiture in pietra. Nove altre gallerie di forma irregolare presentano un notevole contrasto e possono essere identificate dall’esterno dalle loro forme vorticose e dal rivestimento in titanio.

La galleria più grande, larga 30 metri e lunga 130 metri, è stata utilizzata per mostre temporanee per diversi anni. Nel 2005, è diventato il sito della più grande commissione di scultura della storia, l’installazione monumentale di Richard Serra The Matter of Time .

L’area del museo è attraversata da La Salve Bridge che, dal 2007, sostiene la scultura commissionata a Daniel Buren dal titolo  Arcos rojos.

Il Museo Guggenheim di Bilbao è un apice nella straordinaria carriera architettonica di Gehry e nel campo della progettazione museale. Rimane insuperato nella sua integrazione tra arte e architettura, mantenendo un’unità estetica unica al mondo: lo “ schizzo  “ di Gerhy è  identificato come un segno del tempo.

RICHARD SERRA: THE MATTER OF TIME

Quello che piu impressiona avvicinandosi al Guggenheim è la plasticità dei riflessi di luce sul titanio che, all’imbrunire, precisamente alle 18:30, vengono alimentati da un sofisticato impianto d’illuminazione.

La magia dei riflessi, una volta entrati nel museo, ci avvolge, tra le linee infinitamente precise che tagliano con precisione le varie sezioni del capolavoro architettonico.

Il fascino spaziale che ci circonda, accende in noi un’ammirazione senza eguali verso il genio della progettualità. Si respira un’aria di ordine creativo inimmaginabile. E gli scorci delle finestre ci mostrano opere d’arte in un contesto futuristico di intersezioni di linee di rara bellezza

Vale la pena di accendere la fantasia e volare a vivere questa esperienza unica.

JOANA VASCONCELOS: HOLDS UP A MIRROR

 

DIANA THATER: A RUNA WAY WORLD

 

DANIEL BUREN: ARCOS ROJOS

 

 

SCHEDA TECNICA – Museo Guggenheim Bilbao

 

Note: Il costo complessivo dell’opera è stato di oltre 144 milioni di euro.

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