Nell’architettura, e non solo, vale la regola dell’andare avanti, il “WHAT IF?” come principio guida dell’immaginario. Nasce l’arpeggio tra l’acciaio, il titanio, il vetro per creare strutture armoniche essenziali che si esibiscono per dare spazio all’arte, per comunicare e trasmettere al cervello nuove sensazioni, nuovi segni che all’inizio sembrano non aver alcun senso ma che si sviluppano se hai il coraggio di lasciarti andare.
testo e foto di GIACOMO GALLI CASAGRANDE
BILBAO era una città tra le mille della Spagna. Ma un bel momento ha avuto uno scatto, la voglia di emergere, per cercare di auto-presentarsi non solo alla Spagna, ma al mondo. Non è stata solo la tecnologia a differenziarla, a staccarla dal passato e lanciarla nel futuro.
Anche la tecnologia ha contribuito a fare di BILBAO una stella del firmamento, ma sono state la cultura, la comunicazione, la creatività di ultima generazione che hanno creato la formula del successo.
CAPACITA’ DI PREVEDERE
Quando fu inaugurato nel 1997, il Guggenheim Museum di Bilbao progettato da Frank Gehry – una struttura spettacolare fatta di titanio, vetro e pietra calcarea – fu salutato come l’edificio più importante del suo tempo. Situato nella città basca di Bilbao, nel nord della Spagna, il museo ospita mostre organizzate dalla Fondazione Guggenheim e dal Guggenheim Museum di Bilbao, nonché selezioni dalla collezione permanente dei musei Guggenheim.
I piani per un nuovo museo a Bilbao risalgono alla fine degli anni ’80, quando l’amministrazione basca iniziò a formulare una grande riqualificazione della regione.
E’ nel 1991 che le autorità basche hanno proposto l’idea di un Guggenheim Museum di Bilbao alla Fondazione Solomon R. Guggenheim.
Nel portare avanti il museo, sono stati selezionati tre architetti: Arata Isozaki dal Giappone, Coop Himmelb dall’Austria e Frank O. Gehry dagli Stati Uniti ed invitati a partecipare a un concorso per produrre un MUSEO.
Non c’erano limiti in termini di disegn o modelli da realizzare, agli architetti è stato solo chiesto di presentare ciò che pensavano avrebbe trasmesso il loro concetto per il nuovo museo.
FRANK GEHRY
Fin dal momento in cui ha aperto nel 1997, il Museo Guggenheim di Bilbao di Gehry, con le sue caratteristiche curve in titanio e il suo atrio in vetro, è stato salutato come uno degli edifici più importanti del 20 ° secolo.
L’uso di Gehry della tecnologia di progettazione assistita dal computer gli ha permesso di tradurre le forme poetiche in realtà. L’architettura risultante è scultorea ed espressionista, con spazi diversi dagli altri per la presentazione dell’arte. Il museo si integra perfettamente nel contesto urbano, dispiegando le sue forme interconnesse di pietra, vetro e titanio su un’area di 32.500 metri quadrati lungo il fiume Nervión nel vecchio cuore industriale della città.
UNA STRUTTURA “ MANTRA”
Undicimila metri quadrati di spazio espositivo sono distribuiti su diciannove gallerie. Dieci di queste gallerie hanno un piano ortogonale classico e possono essere identificate dall’esterno con le loro finiture in pietra. Nove altre gallerie di forma irregolare presentano un notevole contrasto e possono essere identificate dall’esterno dalle loro forme vorticose e dal rivestimento in titanio.
La galleria più grande, larga 30 metri e lunga 130 metri, è stata utilizzata per mostre temporanee per diversi anni. Nel 2005, è diventato il sito della più grande commissione di scultura della storia, l’installazione monumentale di Richard Serra The Matter of Time .
L’area del museo è attraversata da La Salve Bridge che, dal 2007, sostiene la scultura commissionata a Daniel Buren dal titolo Arcos rojos.
Il Museo Guggenheim di Bilbao è un apice nella straordinaria carriera architettonica di Gehry e nel campo della progettazione museale. Rimane insuperato nella sua integrazione tra arte e architettura, mantenendo un’unità estetica unica al mondo: lo “ schizzo “ di Gerhy è identificato come un segno del tempo.
Quello che piu impressiona avvicinandosi al Guggenheim è la plasticità dei riflessi di luce sul titanio che, all’imbrunire, precisamente alle 18:30, vengono alimentati da un sofisticato impianto d’illuminazione.
La magia dei riflessi, una volta entrati nel museo, ci avvolge, tra le linee infinitamente precise che tagliano con precisione le varie sezioni del capolavoro architettonico.
Il fascino spaziale che ci circonda, accende in noi un’ammirazione senza eguali verso il genio della progettualità. Si respira un’aria di ordine creativo inimmaginabile. E gli scorci delle finestre ci mostrano opere d’arte in un contesto futuristico di intersezioni di linee di rara bellezza
Vale la pena di accendere la fantasia e volare a vivere questa esperienza unica.
SCHEDA TECNICA – Museo Guggenheim Bilbao
- Committente: Governo Basco, Provincia di Biscaglia, Fondazione Solomon R. Guggenheim
- Ubicazione: Avenida Abandoibarra, 2, Bilbao 48001, Spagna
- Architetto: Gehry Partners, LLP 12541 Beatrice Street, Los Angeles, CA 90066, Usa
- Caratteristiche del sito: Il progetto si inserisce all’interno di un piano strategico di rinnovamento della città di Bilbao, iniziato nel 1989 e comprendente un centro congressi, un aeroporto internazionale, una nuova metropolitana e un piano di sistemazione delle rive del Nervion. Ed è stata proprio la situazione di degrado e marginalità dell’ambito fluviale, il punto di partenza del processo di ridefinizione urbanistica, con la costruzione del Museo Guggenheim lungo i margini del fiume, in un’area industriale dismessa. L’opera di Gehry, ha finito col diventare il simbolo dell’intero processo di rivitalizzazione dell’area metropolitana.
- Programma: museo, gallerie, biblioteca, auditorium, uffici, servizi (caffetteria, ristorante, bookshop).
- Sistema costruttivo:Esempio di architettura/scultura l’edificio presenta volumi dall’andamento distorto e obliquo, declinati attraverso un’assortita palette di materiali. Lo scheletro portante è costituito da una vera e propria gabbia, in tubi di acciaio, poggiata su un’articolata base di cemento armato. Lo spazio interno risulta quasi completamente libero da appoggi verticali in un susseguirsi di spazi concavi e convessi, attraversati da ponti sospesi, che creano una continuità percettiva di forte impatto.
- Superficie: 24.000 m2
- Materiali: 33.000 lamine in titanio, 27.200 lastre di pietra calcarea, 2.500 lastre di doppio cristallo termico, 30 mila metri cubi di calcestruzzo.
- Concorso a inviti: 1991 Gehry, Arata Isozaki, Coop Himmelb(l)au a rappresentare i tre continenti America, Asia, Europa
- Specifiche costruttive: completate nel febbraio 1993
- Avvio lavori: 23 ottobre 1993
- Fine lavori: ottobre 1997
Note: Il costo complessivo dell’opera è stato di oltre 144 milioni di euro.
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