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HUMAN SPACES

14 Aprile 2019 - Comunicazione visiva, Architettura, Arte e cultura
HUMAN SPACES

In occasione del FuoriSalone 2019, la rivista INTERNI presenta a Milano dall’8 al 19 aprile la Mostra-Evento HUMAN SPACES, che riunisce una serie di installazioni sperimentali e interattive di architettura e design, frutto della collaborazione tra progettisti di fama internazionale e aziende di riferimento, oltre che istituzioni e start-up.

La vita è più importante dell’architettura”: l’affermazione che Oscar Niemeyer (1907-2012) amava ripetere nelle sue conversazioni ispira il tema della mostra di Interni per il FuoriSalone 2019.

È un invito, su più scale e nelle differenti dimensioni del progetto, a riportare al centro l’essere umano e le sue esigenze di vita. I progetti estendono il concetto di Human Spaces all’ambiente e alla sostenibilità, a partire da emergenze come l’inquinamento dei mari, il cambiamento climatico, l’esaurimento delle risorse. Emergenze per cui è ancora possibile correre ai ripari grazie ad azioni virtuose sia nell’ambito del progetto, sia in quelli della produzione e della ricerca sui materiali.

Sul prato del Cortile d’Onore la Terra mostra una ferita sanguinante di magma incandescente: la lapidaria scritta Help di Cristina Finucci. Con circa due tonnellate di tappi di plastica, la cui raccolta è stata promossa dall’Università Roma Tre con la collaborazione di Caritas, contenuti in sacchi di reti rosse per alimenti e all’interno di gabbioni PoliMac di Officine Maccaferri, l’artista Maria Cristina Finucci disegna quattro gigantesche lettere che compongono la parola Help, come fosse un grido dell’umanità al fine di frenare il disastro ambientale dell’inquinamento dei mari, attualmente in corso.

Durante il FuoriSalone Audi Italia è presente da protagonista con Audi City Lab, uno spazio per le idee che anticipano il futuro, per le innovazioni che cambiano l’interazione fra uomo e società, per le espressioni di design che ridisegnano la realtà, per i più recenti esempi di mobilità del futuro. Un laboratorio multidisciplinare che, per la settima edizione, torna a Milano. Una vetrina sul futuro dell’auto che per Audi è già il presente.

La Torre Velasca, edificio emblema di Milano, è trasformato in un’icona di luce da Ingo Maurer e Axel Schmid, con un progetto che guarda al cielo, prodotto da Urban Up – Unipol Projects Cities del Gruppo Unipol, proprietario dello storico edificio. Oggetto di una trasformazione in chiave luminosa, la maestosa torre brilla in una magia blu, mistica e profonda, mentre fasci di luce bianca proiettano la sua geometria nell’infinità del cielo, come una corona, un décor verticale. Blu è il colore della luce che la illumina e bianco quello della scritta proiettata, che recita “Nel blu, dipinto di blu”.

L’installazione ripercorre la storia di una tra le più antiche e grandi fabbriche di vetro in Polonia, la Krosno Glass, fondata nel 1923. Opera di Dorota Koziara (curatrice anche della collezione storica del marchio) e Mariusz Miekos, ospitata nel sottoportico del Cortile d’Onore, è un omaggio al vetro storico e contemporaneo, alla sua magia, alla trasparenza, ai suoi colori profondi, che ne fanno un materiale unico. A definire lo spazio della mostra, è una doppia teoria di colonne in plexiglas specchiante che richiamano la forma di giganteschi calici rovesciati. Sotto il portico, una serie di espositori raccolgono una selezione di oggetti storici in vetro, ideati da designer polacchi a partire dagli anni Cinquanta fino agli anni Duemila e le proposte del nuovo marchio Krosno D’Sign, presentato in occasione di Human Spaces. Nelle intenzioni dell’azienda, Krosno D’Sign includerà novità firmate da creativi polacchi e da progettisti internazionali. Tra questi, Karim Rashid, autore di Sakred, prima collezione del neonato brand. Racconta il designer statunitense: “Sakred rappresenta la pura geometria del cilindro e del cono, elementi assoluti e senza tempo per contenere gli spiriti. La proposta di varie composizioni e colori danno un senso di potenza, stabilità e purezza a un rituale quotidiano”.

Regeneration parte dalla necessità, soprattutto da parte delle nuove generazioni, di rinnovare il concetto di habitat: un concept che da protettivo diventa simbiotico e rigenerante. L’installazione outdoor ideata da Raffaello Gallioto è concepita come uno spazio di benessere, in cui gli elementi naturali sono fonte di ricarica psicofisica. Realizzata da Nardi, azienda specializzata nell’arredo outdoor, è un modello della prima fase di sperimentazione per l’avvio di un programma industriale di rigenerazione della plastica. Regeneration si presenta come una stanza a cielo aperto, accessibile da due lati, formata dalla sovrapposizione e rotazione di dieci anelli quadrati. La dinamica architettura tortile, alta sette metri, è costituita da 688 moduli a rete in plastica rigenerata; chiamati Komodo EcoWall, sono divisori per l’esterno e il primo prodotto dell’azienda di arredi outdoor Nardi realizzato interamente con plastica ottenuta dal ritiro di prodotti giunti a fine vita. Risulta così uno spazio permeabile alla luce e all’aria. Le persone possono sostare sotto un albero, sdraiarsi su una gigantesca seduta imbottita e autoprodurre energia mediante dei dispositivi a rotazione manuale per la ricarica di smartphone o altri device: un luogo piacevole per rigenerare il corpo, lo spirito e anche la materia.

Il Tempo Perfetto è un’installazione nella quale la percezione e l’esperienza del tempo mutano, grazie a sequenze narrative dinamiche che interpretano la relazione tra tecnologia intuitiva e fattore umano. Il ‘tempo perfetto’ è il focus dell’installazione pensata da Ico Migliore con M+S lab per Whirlpool per raccontare il forno W Collection che, grazie alla sintesi tra design e tecnologie di ultima generazione, è in grado di essere programmato anche da remoto, restituendo così all’uomo il valore del proprio tempo. In stretta relazione al tema, lo spazio dell’allestimento è stato interpretato come una sorta di organismo intelligente e permeabile, da attraversare e abitare come esperienza multisensoriale. Avanzare nell’installazione – padiglione significa inoltrarsi in una selva di leggeri elementi in pvc bianchi e trasparenti, a tutta altezza, che costruiscono un paesaggio la cui percezione muta dal giorno alla notte. E ritrovare al centro, dentro una grande bolla trasparente, un volume cubico dalle sfumature dorate, che accoglie il visitatore in uno spazio immersivo dilatato da specchi, video ambientali, luci, suoni ed elementi grafici, in dinamiche sequenze narrative.

Sleeping Piles di Estudio Campana richiama il dialogo tra le linee organiche della natura e le curve ambientate dell’architettura, creando una simbiosi armonica tra paesaggio, tempo e spazio. Progettata per stimolare la riflessione intorno alle necessità vitali dell’essere umano, l’installazione propone una riconnessione tra il mondo naturale e il mondo interiore, enfatizzando le sensorialità di tutte le parti del corpo umano. Il progetto prende ispirazione dal colonnato del Cortile della Farmacia: al centro si innalzano sette torri di 5 metri rivestite d’erba che riprendono, rovesciandole, le curve architettoniche delle arcate e dei pilastri del colonnato. Raccontano i fratelli Campana: “Sleeping Piles invita i visitatori a rilassarsi ai piedi delle torri, lasciandosi alle spalle il caos della città e della vita contemporanea. Il nome Sleeping Piles (pilastri dormienti) è inoltre una metafora che gioca con ‘sleeping pills’, che in inglese significa sonniferi”. L’installazione affronta una nuova poetica sull’occupazione dei luoghi pubblici e sulla coesistenza tra natura e artificio, promuovendo una diversa visione dell’ambiente.

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