KLIMT in tutta la sua vita ha sempre guardato il sublime a volte da lontano e a volte con la coda dell’occhio. Questa ambivalenza è forse riconducibile al suo soggiorno a Ravenna nel 1903 dove si avvicinò allo sfarzo dei mosaici bizantini. Molti suoi capolavori nacquero sotto il segno della brillantezza e nell’opera di Piacenza troviamo pennellate, tracce e allusioni al periodo ravennate.
Avvicinarsi all’opera di Klimt è stato emozionate.
È soprattutto in questi casi che ci poniamo la domanda del senso della luce artificiale.
Sotto quale luce Gustav Klimt dipinse “Ritratto di Signora”? E come avrebbe illuminato il suo capolavoro?
Ci siamo avvicinati alla tela con delicatezza e coerenza filologica.
Considerando l’allestimento, abbiamo ridotto il più possibile l’ombra della cornice sull’opera, annullato i riflessi della pittura ad olio e riprodotto in modo realistico le cromie.
È uno di quei lavori che noi chiamiamo di luce assoluta.
Il sistema di illuminazione ideato è il risultato del meno possibile. Solo luce pura.
Una delicatissima luce sul retro della tela per evidenziare i segni del tempo, i sigilli, le note, e un piccolo proiettore a forma di microfono per il dipinto, il tentativo simbolico di ridare voce alla Signora dopo anni di silenzio, di buio, di oblio.
Nello spazio, una delicata luce indiretta per cogliere la bellezza della galleria Ricci Oddi.
UN PO’ DI STORIA
Quest’opera d’arte ha una storia incredibile.
Il dipinto fu acquistato dal collezionista Giuseppe Ricci Oddi nel 1925 e da allora è conservato nell’omonima Pinacoteca di Piacenza.
Nel 1996 si scoprì che il ritratto era una versione ridipinta di un’opera perduta di Klimt, Donna con cappello, esposta una sola volta nel 1912 a Dresda e poi scomparsa cinque anni dopo.
Nel 1997 il dipinto è stato rubato dalla galleria e ritrovato per caso nel 2019, per essere nuovamente esposto il 28 novembre 2020, in un contesto dedicato per il quale abbiamo curato l’illuminazione.
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- PROGETTO LUCE: Davide Groppi
- Committente: Galleria Ricci Oddi
- Testo e immagini: STUDIO DAVIDE GROPPI
- © Galleria Ricci Oddi e Fondazione Klimt
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