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LA CINA E’ VICINA: DIARIO MINIMO

15 Dicembre 2016 - Prodotti

   di Giuseppe Sofia, LED lighting specialist –  LUXIS (JSOF STUDIO)

Che la Cina sia grande più del doppio dell’Europa, si sa.

Ma quanto siano grandi le città cinesi e come siano animate tutti i giorni e in tutte le ore, no, noi italiani non possiamo immaginarlo.

La nostra percezione della dimensione urbana è su 1 o 2 milioni di abitanti come a Roma e a Milano. Poi anche noi abbiamo i grattacieli di Milano che sembrano giganti, ma Shanghai ha 24 milioni di abitanti, Hong Kong 7 e di grattacieli, lasciamo stare.

Sono appena tornato dalla Cina, o meglio, da 2 città della Cina: Hong Kong per visitare la Fiera, solo quella, perchè non ho avuto il tempo di uscire e andare in giro. Poi Shenzhen con 5 milioni di abitanti, dove ho dormito e mi sono preso anche un pò di tempo per assaporare la città, no due tre distretti.

Il richiamo centrale  e l’obiettivo del viaggio, è stato la HONG KONG INTERNATIONAL LIGHTING FAIR che, per chi si occupa di illuminazione, e non solo, non può saltare.

Dire che il 90 per cento di prodotti sono LED, è superfluo. In 6/8  ore in fiera si vedono più cose che in mille cataloghi. In effetti ogni stand è un catalogo e 10 brochure insieme. I prodotti sono prodotti e un po’ parlano da soli, interpretandoli naturalmente.

Ciò che più colpisce  è la scenografia degli stand e il loro contenuto. Sono strutture ovviamente momentanee e fragili, aperte agli sguardi, con tratti architettonici anche simili fra di loro con vetrate e pareti trasparenti,  tetti inclinati, scale mobili volanti  fra un piano e l’altro: sono spazi magici.

In ogni corsia lo spazio sembra indefinito. Negli stand entri subito in sintonia con l’illuminazione  che arriva da tutte le parti senza abbagliare, rendendo pavimento e arredi, tutto leggero e luminoso.

I produttori,  maestri della luce, (non creativi, per carità) sanno padroneggiare molto bene la complessità della tecnologia e si presentano con  una molteplicità di effetti spaziali che sorprende. Il prodotto – apparecchio perde la sua connotazione materiale. Che sia di acciaio o di plastica argentata o nera, proietta una luce che si modula in tutte le sue  possibili declinazioni: da interni, esterni, aerea, interrata, per giardini e per facciate, per piscine e fontane e piazze, per leggere scrivere  e disegnare.

Questa luce, tutti gli  apparecchi, chiusi in queste espositive scatole magiche ci riportano a un’arca in cui è raccolto e racchiuso e concentrato tutto il futuro luminoso. Da quest’arca attingono idee, tecnologie e banalità aziende e pseudo progettisti di tutto il mondo.

Ma l’ossessione maggiore non è questo show infinito che ti fa assaggiare la migliore tecnologia, sono i cinesi ( e le cinesi) il cocktail che ti avvelena.

Tu NON ti avvicini ad uno di questi stand appena descritti e vai a vedere cosa presentano.

No, è lo stand che viene da te.  Vediamo. Gli addetti avvistano a 1 chilometro l’arrivo di un italiano. Ed ecco che ti senti quasi abbracciato da una cinese (sempre carina, ovviamente) che parla un inglese che capisci poco. Ma i sorrisi sono tanti. E finiscono lì. Perchè la carina con gli occhi a mandorla e senza la ESSE ti affida, si fa per dire, nelle branchie del pescecane capo dello stand e dell’azienda espositrice, non un comune venditore come dalle nostre parti, e sei fritto. Per liberartene ce ne vuole tanta di pazienza e di competenza, ma lui è ovvio, è sicuro di sapere sempre  più di te.

Riesci a fuggire dalla prima rete ed ecco il secondo amo. Questa volta la cinese è alta, più carina, bionda, con il solito vestitino che non ti lascia immaginare nulla perché vedi tutto.

E ti consegna non al secondo pescecane ma allo squalo. E così di seguito fino all’ora in cui avresti anche fame ma in Cina è difficile mangiare quando hai fame. Perché siccome i cinesi mangiano in continuazione non hanno mai fame. Arrivo a sera e sono morto di fame e stanchezza. Vorresti fuggire. Macchè. E ti salta addosso un’altra cinese, meno carina, ti invita a cena con il capo dell’azienda che hai visitata. Lei poi sparisce con il fidanzato. E tu resti in balia di un simpatico manager che poi scopri che cinese non è ma coreano. Di male in peggio.

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L’ARCHITETTURA A SHENZHEN

A Shenzhen, con tutto il vastissimo hinterland di 10 distretti, vivono, lavorano e si divertono circa 15  milioni di persone. Si trova abbastanza vicino a Hong Kong.

Shenzhen è una città tentacolare dove trovi attrazioni turistiche, tanta tecnologia e pacchianate, tipiche non solo cinesi.
Vivere per circa 1 mese in questa città ti permette di accendere la luce anche sulla monumentalità architettonica che ti circonda, in taxi o a piedi.

Ho guardato, fotografato, rubato immagini visitando alcuni di questi splendidi siti. E non potevano sfuggirmi alcuni ristoranti – bar – caffè tra cui uno creato da un architetto italiano, Alberto Caiola. E mi sono limitato a documentare una piccola parte solo di ciò che ho visto a Shenzhen, perché nella vicina Hong Kong di grattacieli e costruzioni strabilianti ce ne sono moltissimi, troppi, anche solo da citare.

WINDOWS OF THE WORLD

Una delle diciamo 5 meraviglie della città, visitata da migliaia di persone, è il Windows of the World, un grande parco tematico (attenzione, è di cattivo gusto!) che ti dà la possibilità di passeggiare tra le repliche in miniatura di 130 di alcuni dei monumenti più celebri al mondo. Sono rappresentati tutti i continenti e puoi visitare la Torre di Pisa, il Teatro dell’Opera di Sydney, il Palazzo di Versailles, la Torre Eiffel, il Monte Rushmore e puoi persino fare un viaggio in gommone attraversando il Grand Canyon. Roba da pazzi!

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IL DISTRETTO DI HUAQIANGBEI

Questa è una zona di Futian molto frequentata, dato che ospita il più grande mercato cinese dell’elettronica, dove ho passato la maggior parte del mio tempo, Fiera a parte.

Qui trovi di tutto: dal più piccolo componente tecnologico al computer, macchine fotografiche, telefoni cellulari, droni, gadget tecnologici e soprattutto un mare di apparecchi di illuminazione e per tutti gli usi e lampadine LED di tutti i tipi.

Alcuni di questi articoli sono originali, molti non lo sono. Non sono riuscito a trovare un computer con la versione in inglese . Ma ho acquistato una macchina fotografica Canon che sembra essere proprio originale!

I tre mercati più famosi sono SEG Elettronics, Huaqiang Elettronics e Cyber. Ci sono centinaia di negozi e bancarelle distribuiti su più piani ed edifici, ricorda un po’ il nostro OUTLET di Serravalle Scrivia ma tutto in chiave tecnologica.

Per chi ci volesse andare raccomando di memorizzare angoli, negozi, ristoranti e insegne quali punti di riferimento, dato che questi posti somigliano alle tane dei conigli e, una volta entrati, è difficile ritrovare la strada per tornare indietro.

880-130414_17_42_08ACCENDIAMO LA LUCE

Il mio viaggio in Cina non è un viaggio leggero, è un tour organizzato a Milano nei minimi dettagli.

Quindi, fiere, padiglioni, stand e poi visite a show room sparsi nel raggio di 100 chilometri, percorsi sfiancanti in  enormi fabbriche di lampadine, proiettori.

E tantissimi e lunghi incontri con ingegneri elettronici, tecnici diversi, visite a studi di ricerca, laboratori di prova. Sempre in una mare di luce con approfondimenti, analisi di campioni e borse su borse piene di prodotti unici, campioni  e, perché no,  tantissimi listini prezzi.

Qui di seguito segnalo uno dei campioni* che ho portato dalla Cina, che ho già provato nel mio laboratorio e devo dire che questi souvenir, sono convinto, piaceranno ai miei clienti italiani.

COSA SI MANGIA?

Dire tutto è troppo. Perché si sa che si mangia soprattutto con gli occhi. E in Cina gli occhi ingannano. A parte le cene di lavoro a seguire giornate micidiali con fornitori che mi hanno portato nei più noti ristoranti cinesi della città, per altro segnalati su tutte le guide turistiche, ho assaggiato tutti i piatti tipici, superfluo dettagliare.

Una sera, finalmente da solo,  mi sono, che dire, intenzionalmente perso in una delle strade intorno al mio albergo per andare a mangiare in un posto qualsiasi purchè avesse l’aria di non essere frequentato da turisti e da tipi come me che vanno in Cina per lavoro. E il posto che speravo di trovare con ansia e appetito, lo vedo.

Un posto, lo devo dire ?, orribile. Brutto, buio, spoglio, con 3 o 4 clienti che sembrava si nascondessero dietro i soliti paraventi.

Entro perplesso e nessuno  si avvicina. Mi siedo ad un tavolo in una zona meno buia delle altre e mi sorprende uno strano senso di ordine. Mi guardo intorno e tra i pochi clienti vedo che c’è una donna, da sola, strano in Cina, per quel poco che so. Silenzio assoluto, buio pesto, solo come un cane e all’improvviso il miracolo. Arriva la CAMERIERA. Alta, bionda, vestita all’europea, una quarantenne niente male. E che ci fa questa in un ambiente così? Mi parla in un inglese che sa di tedesco. E’ di Amburgo.

E la cena è stata una delle migliori cene cinesi  che io abbia mai trovato da Hong Kong a Shenzhen.

Ma non ci sono più ritornato. Alla tedesca, in quell’ambiente,  non era possibile resistere. E non ho il coraggio di riportare una foto del ristorante, sarebbe un oltraggio alla padrona di casa.

Dimenticavo. La tedesca di Shenzhen si chiama HELLEN, ma ho perso l’indirizzo!

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Track Light S

 

 

 

 

 

 

 

*TRACK LIGHT e’ uno dei numerosi apparecchi che ho selezionato in Cina.

E’ un faro speciale, da binario ( track light), particolarmente adatto per illuminare gallerie d’arte, negozi di moda e ambienti ricercati dove l’illuminazione gioca un ruolo fondamentale per presentazioni e vendita.

La luce bianca (ad alta resa cromatica >93) emessa da LED CREE,  non altera i colori  ed è possibile una regolazione personalizzabile dell’angolo di emissione della luce.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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