In principio le lettere erano immagini. Come è noto, la parola ALFABETO è formata dalle lettere aleph e beth che nell’antica grafia rappresentavano rispettivamente una testa di toro alla rovescia e una casa il cui disegno si rifà a un geroglifico egiziano nel quale si può riconoscere la nostra lettera b coricata.L’artista Gaetano Grillo, in una sua recente mostra personale, sulla scia di questo passato storico linguistico, ha presentato una serie di opere con un linguaggio senza lingua.
In linguistica l’alfabeto designa un sistema di segni grafici per trascrivere i fonemi di una lingua. Esistono diversi alfabeti. I più utilizzati sono l’alfabeto latino ( per le lingue romanze, germaniche, celtiche e alcune lingue slave), gli alfabeti arabo, ebraico, cirillico ( per il russo, il bulgaro e il serbo), e l’alfabeto nagari ( per lo hindi, la lingua nazionale dell’Unione indiana).
Dal Medioevo ad oggi hanno continuato a moltiplicarsi gli alfabeti fatti di lettere-fiori, lettere- animali, lettere-oggetti, lettere-uomini. A questi alfabeti animati, che reintroducono nella lettera un’immagine-visuale, l’arte e la comunicazione e la pubblicità continuano a far ricorso.
Gaetano Grillo, da qualche decennio sta attualizzando in un modo straordinario, con importanti scavalcamenti e accostamenti imprevisti, una propria forma di comunicazione artistica passando attraverso metamorfosi grafiche di diversa figuratività, per giungere ad una nuova attualità del sistema alfabetico.
Un linguaggio senza lingua, sembra la lunga scia che Grillo stia tracciando. E sono SEGNI più che parole quelle lettere che i social network, e non solo, ci propongono e di cui a volte non sappiamo se sono marchi, acronimi, parole inventante, codici: non si capisce più niente e se ne parla sempre di più.
In questa sorte di grande Wunderkammer, Gaetano Grillo si muove con grande disinvoltura riproponendo il culto della grande Dea Madre diffuso in tutto il Mediterraneo e precedente agli Dei dell’Olimpo. Il suo linguaggio artistico è un’arte calligrafica dove ogni segno si fonde in un miscuglio di segni dipinti con scritture diverse: pitte rupestri, croato, segni diacritici dell’alfabeto arabo, geroglifici egizi, segni bizantini, greco, ebraico, spagnolo. Segni, simboli, monogrammi, colori e riproduzioni di marchi ad uso commerciale, un insieme che raccoglie e definisce una grammatica universale della cultura mediterranea, una lingua: anche questa è ARTE. Di Grillo c’è una sua ricca monografia antologica il cui titolo è MEDITERRANEA-MENTE.
Ma questa non è solo un parola per Grillo, un titolo, è un PROGETTO che sta portando avanti da diversi anni e abbraccia tutta l’acquosa area mediterranea espandendosi sul matriarcato, Penelope, le dee con sincere e profonde analisi della cultura dell’antichità.
Sopra: la grande parete con l’ ALFABETO GLOBALE di Grillo. Sotto: La VENERE TURCA.
Un progetto sull’identità mediterranea formata da diverse stratificazioni, contaminazioni che ci portano alla madre terra e al suo apice di bellezza, Venere, ad esempio. Nascono così i corpi – scultura senza testa e senza braccia, impronte di corpi di pelli indurite dal tempo e dai ricordi, che ci permettono di ammirare un dorso dorato facilmente e gradevolmente leggibile e simultaneamente codificarlo scoprendo all’interno di questo dorso un messaggio scritto, graffiato, inciso in un linguaggio mediterraneo sempre diverso.
Gaetano Grillo ha fondato e dirige la rivista Academy of Fine Arts. E’ direttore della Scuola di Pittura dell’Accademia di Brera a Milano.
( foto fornite dall’Artista e fonti varie)
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