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L’IMPATTO SOCIALE DELL’ILLUMINAZIONE URBANA

14 Aprile 2019 - Lighting Project, Architettura
L’IMPATTO SOCIALE DELL’ILLUMINAZIONE URBANA

“La notte è un periodo di prova particolare per il progetto di uno spazio pubblico aperto”: è con questa frase che il celebre sociologo e urbanista Richard Sennett riconosce la complessità del progetto dell’illuminazione urbana.

Nel libro da cui è tratta questa citazione, “Building and Dwelling: Ethics for the City”, edito nel 2018 da Allen Lane e che indaga le relazioni tra l’ambiente costruito e la qualità della vita dei cittadini, Sennett sottolinea come il design della città abbia una particolare influenza e possa arricchire o impoverire l’esperienza di coloro che la abitano.

UNA BUONA LUCE È SOLO QUESTIONE DI SICUREZZA?
Ma quali sono le migliori strategie per migliorare la vivibilità delle città durante la notte con la luce? L’illuminazione urbana ha avuto fin da sempre il compito principale di rendere sicura la guida dei veicoli e di prevenire la criminalità. La storia della ricerca illuminotecnica è infatti dominata da indagini sulla luminanza e sulle prestazioni visive, principalmente perché l’interesse per l’illuminazione è stato quasi sempre guidato da considerazioni economiche e produttive. Questa tendenza ha fornito una vasta fonte di conoscenza su come i livelli di luce influenzano la visibilità e riducono l’abbagliamento.

L’esposizione alla luce ha però altre conseguenze che vanno oltre queste pur validissime considerazioni, a partire dagli effetti emotivi e sociali di cui andrebbe tenuto conto per ottenere una migliore qualità dell’illuminazione.

Una recente ricerca (Research Article: “Emotions and the Urban Lighting Environment: A Cross-Cultural Comparison” Amparo Berenice Calvillo Cortés, Luis Eduardo Falcón Morales, 2016) indaga proprio le relazioni tra emozioni e scenari di illuminazione urbana. In questo studio l’attenzione è focalizzata sulle emozioni vissute dai partecipanti in spazi pubblici all’aperto, come aree pedonali, parchi e altri spazi.

Gli autori sostengono che l’illuminazione possa generare stati d’animo (felicità, prontezza, incertezza, paura, affetto, fascino, divertimento, ispirazione, sorpresa, disprezzo, delusione, soddisfazione e preferenze nei giudizi estetici) e che l’intensità e la distribuzione della luce possano influenzare anche il senso di sicurezza e i legami sociali: uno spazio ben illuminato, nel quale siano riconoscibili i volti e le espressioni facciali delle persone, crea una sensazione di maggiore comfort e gli utenti si sentono protetti e non minacciati dalla presenza di altri.


LA LUCE COME ESPERIENZA SOCIALE

L’illuminazione può dunque alimentare la fiducia dei cittadini verso la città e verso le persone che la abitano. Nei casi in cui il progetto dello spazio urbano è pensato per l’incontro e la sosta, l’illuminazione può contribuire potenziando l’esperienza dell’immagine notturna, incentivando così la permanenza nel luogo, l’interazione tra gli individui e la socializzazione all’interno della comunità urbana.

Per una buona illuminazione delle città non è dunque sufficiente la conformità dell’impianto ai requisiti tecnici imposti dalle normative o la rispondenza alle esigenze economiche ed energetiche del cliente, tantomeno la spettacolarizzazione degli scenari urbani, ma è importante comprendere a fondo le relazioni tra gli spazi e i comportamenti per migliorare la fruibilità notturna e la vivibilità dei luoghi della città con luce.

CARIBONI è vicina ai professionisti della città in ogni fase del progetto e mette a disposizione la propria esperienza illuminotecnica per garantire la migliore illuminazione in ogni luogo.

 

 

 

 

 

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