Luci d’Artista compie vent’anni . E’ la manifestazione artistico-culturale durante la quale la città di Torino viene illuminata con vere e proprie opere d’arte concepite da artisti contemporanei. L’elemento essenziale è rappresentato ovviamente dalle luci, che vengono usate dagli artisti per confezionare opere con un alto valore non solo visivo ma anche concettuale.
di Giuseppe Sottilotta
Dal 27 ottobre, giorno dell’inaugurazione, al 14 gennaio 2018 Torino si è trasformata nuovamente in un museo a cielo aperto.
La collezione completa delle opere di Luci d’Artista quest’anno celebra la XX edizione ed è stata allestita in un connubio perfetto di arte e luce su tutto il territorio cittadino. La festa per il ventennale, venerdì 27 ottobre, ha preso il via con un incontro cui hanno partecipato alcuni degli artisti che hanno realizzato le opere in collezione come Mario Airò, Enrica Borghi, Marco Gastini, Piero Gilardi, Luigi Mainolfi e Luigi Stoisa.
Le ‘Luci’ che illuminano il centro città sono numerose e tutte molto creative.
Fra le tante evidenziamo: Cosmometrie di Mario Airò in piazza Carignano, schemi simbolici e geometrici proiettati sulla pavimentazione urbana; Volo su di Francesco Casorati in via Garibaldi, un filo rosso in flex-neon sostenuto da sagome geometriche di uccelli fiabeschi;
Regno dei fiori, “nido cosmico di tutte le anime” di Nicola De Maria in piazza San Carlo: lampioni tramutati in fiori luminosi; Il Giardino Barocco Verticale di Richi Ferrero in via Alfieri 6 (Palazzo Valperga Galleani), leggere emissioni luminose che restituiscono alla memoria il segno caratteristico delle aree comuni di un giardino ormai scomparso; Planetario di Carmelo Giammello in via Roma, costellazioni disegnate da sottili tubi al neon che collegano globi di varie dimensioni e proporzioni; Migrazione (Climate Change) di Piero Gilardi nella Galleria San Federico, 12 sagome di pellicani applicati a una rete sospesa verticalmente, che si illuminano e si spengono gradualmente, seguendo un algoritmo di controllo; Luì e l’arte di andare nel bosco di Luigi Mainolfi in via Lagrange, la narrazione di una fiaba che si estende come una sequenza di frasi luminose ;
Il volo dei numeri di Mario Merz sulla Mole Antonelliana (opera permanente), sulla cupola il forte segnale luminoso è dato dal valore simbolico della sequenza della serie di Fibonacci dove ogni numero è la somma dei due precedenti; Vento Solare di Luigi Nervo in piazzetta Mollino, una grande sagoma luminosa legata alla cosmologia fantastica e Palomar di Giulio Paolini in via Po, un antico atlante astronomico costellato da pianeti inscritti in forme geometriche che culmina nella sagoma di un acrobata in equilibrio su un cerchio.
In altri numerosi spazi sia in città che nelle circoscrizioni esterne, sono posizionate opere diverse di artisti noti o di eccellenti esordienti.
SIMBOLI DI CREATIVITA’
L’ALBERO DEL PAV DI PIERO GILARDI (via Giordano Bruno, 31) davanti al Parco d’Arte Vivente, Centro sperimentale d’arte contemporanea, è installata l’opera permanente L’albero del Pav di Piero Gilardi. In tutte le culture umane, nello spazio e nel tempo, la figura dell’albero è un tramite simbolico tra la terra e il cielo.
Oggi, più laicamente, l’albero e le foreste sono viste come lo snodo cruciale della vita dei sistemi ecologici, del continuo scambio vitale tra la terra, con i suoi umori nascosti e la generativa energia del sole. L’albero del Pav, arabescato di luce colorata, è un augurale preludio simbolico per i cittadini che si avventureranno nel Parco d’Arte Vivente, tra le macchie di verde profumato, alla ricerca dei segni di un’arte ecologica che celebra il nostro reincanto per la natura.
SINTESI ’59 è l’opera installata davanti alla storica stazione di Porta Susa. Sintesi 59, una sfera e una mezza sfera di acciaio nero, di circa 5 metri di altezza, ricorda a Torino, nella centrale piazza XVIII Dicembre, la creatività e lo stile di Armando Testa che fondeva e rielaborava pubblicità, arte, moda, cinema e design.
LUMEN FLUMEN – LUMINESCENZE/RIFLESSIONI a Ponte Mosca, corso Giulio Cesare: E’ un’installazione di light design d’ispirazione concettuale minimalista. Con puntamenti di luce, mira a valorizzare particolari costruttivi esaltandone la qualità estetico/artistica, generata dall’eleganza architettonica e dalla raffinatezza strutturale anticipatrici delle tecnologie più moderne. Dialoga col Ponte, una scritta luminosa sulla passerella ex ferrovia Ciriè Lanzo, che si riflette nell’acqua.
LUCE IN CATTEDRA L’installazione luminosa temporanea per la Corte d’Onore del Castello del Valentino – sviluppata e progettata dal team studentesco PoliTo in Light con il Laboratorio di Analisi e Modellazione dei Sistemi Ambientali (LAMSA) del Politecnico di Torino – è dedicata principalmente alla funzione del Castello quale sede universitaria. L’idea di rappresentare la vocazione didattica del luogo si concretizza in una soluzione che prevede un albero luminoso, simbolo di sapienza e conoscenza, e dodici cubi disposti a raggiera, come un’orchestra attorno al suo direttore.
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