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MEMPHIS AGAIN A MILANO

1 Giugno 2022 - Design
MEMPHIS AGAIN A MILANO

Triennale Milano e Memphis Milano presentano “Memphis Again” dal 18 maggio al 12 giugno 2022. Nello spazio della Curva di Triennale, lunga oltre cento metri, gli oggetti sono presentati in ordine cronologico, come una sfilata, nella quale sarà lo spettatore a muoversi lungo la passerella in un’atmosfera da night club suggeritadall’allestimento e dalla colonna sonora di Seth Troxler.

La mostra presenta oltre duecento tra mobili e oggetti (librerie, divisori, vetrine, mobili da toilette, tavoli da pranzo, tavoli da appoggio, tavolini da caffè, scrittoi, sedie, poltrone, divani letto, lampade da tavolo, da parete, da terra, a soffitto, posaceneri, vasi per fiori, contenitori per frutta, accessori tessili, tappeti nei materiali più diversi, legni, plastiche, laminati, vetri, ceramiche, porcellane, argenti, acciaio, tessuti) realizzati tra il 1981 e il 1986 per la collezione Memphis.

Memphis nasce da un movimento culturale guidato da Ettore Sottsasse Barbara Radice per dare vita ai prodotti disegnati da lui stesso e da un gruppo di giovani architetti e designers riunitisi attorno a lui: Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco Zanini, Martine Bedin, Michele De Lucchi, Nathalie Du Pasquier e George Sowden.

Memphis nasce come laboratorio per lo sviluppo di nuove idee progettuali e ben presto diventa un vero e proprio fenomeno culturale. Con Ettore Sottsass come riferimento del gruppo e la direzione artistica di Barbara Radice, la prima collezione viene presentata al Salone del Mobile del 1981.

Il design di Memphis ha rappresentato fin dall’inizio una nuova concezione espressiva legata a nuove forme, nuovi materiali e nuovi pattern, ha ridisegnato le abitudini dell’abitare, rivoluzionando le logiche e conquistando il mondo del design. Memphis continua a influenzare l’immaginario del grande pubblico, dalla moda all’industria cinematografica e televisiva.

La mostra non è un omaggio né una storicizzazione. Intende, oggi come allora (1981), riproporre l’attenzione sulle possibilità espressive e culturali di un design oltre il marketing. Memphis era nata come proposta di aggiornamento del linguaggio del design e dell’architettura. Una proposta alternativa a un design immaginato per risolvere problemi soprattutto funzionali industriali, sottolineando invece anche l’aspetto o versante psicologico emotivo del problema e della disciplina.

Ogni designer, per esempio, era libero di disegnare quello che voleva, senza alcuna restrizione. Più tardi, quando poi da necessità culturale è diventata, come previsto, “progetti e prototipi”, è nata la società per distribuire e vendere.

Scriveva nel 1981 Barbara Radice: “Memphis non nega l’utopia funzionale ma guarda alla funzionalità  con occhio molto aperto, più da antropologo che da uomo di marketing. Funzionalità quindi non solo nel rispetto di alcune norme ergonomiche o delle statistiche di vendibilità ma anche nel rispetto della visione di una necessità pubblica, di una spinta storica”.

Ed EttoreSottsass: “Mi sarebbe piaciuto riuscire a proporre una specie di iconografia della non cultura, di una cultura di nessuno (non di una cultura dell’anonimo), ma l’iconografia di una cultura non usata e non usabile, non perché non c’è, neanche perché non si usa, ma perché non si guarda, perché non si prende in considerazione, perché non c’entra, perché sembra non esistere nella cultura che si sa, e forse addirittura non produce cultura. Queste zone della non cultura, queste zone della ‘cultura di nessuno’ci sono”.

La necessità di porre fine ad alcune convenzioni è ancora attualissima.

Sottsass: “Il fatto è che ci è passata la paura: voglio dire la paura di dover rappresentare o di non dover rappresentare qualche cosa o qualcuno, siano élites o derelitti, Ci è passata la paura che ci manda il passato e anche quella ancor più aggressiva che ci manda il futuro”.

TRA TRADIZIONE E CAFONAGGINE?

L’importanza di Memphis per il mondo del progetto è evidenziata anche nel Museo del Design Italiano di Triennale, il cui percorso espositivo si conclude proprio con il 1981 e, attraverso oggetti, fotografie e materiali grafici, propone uno speciale focus che mette in luce come questo movimento culturale abbia dato l’avvio – in Italia e nel mondo – a una nuova era nella produzione del design.

I Partner Istituzionali di Triennale Milano:  Eni, Lavazza, Salone del Mobile.Milano e il Technical Partner ATM sostengono Triennale Milano anche per questa mostra, diretta e in collaborazione con: Christoph Radlstarring (in ordine di apparizione): Ettore Sottsass, Michele De Lucchi, George J. Sowden, Martine Bedin, Andrea Branzi, Shiro Kuramata, Marco Zanini, Matteo Thun, Peter Shire, Aldo Cibic, Nathalie Du Pasquier, Gerard Taylor, Masanori Umedaspecial guests: Arquitectonica, Michael Graves, Hans Hollein, Arata Isozaki, Javier Mariscalsound trackbySeth Troxler

LE IMMAGINI SONO FORNITE DA UFFICIO STAMPA TRIENNALE DI MILANO

 

 

 

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