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MUDEC : IL VALORE DELLA TRASPARENZA

14 Aprile 2016 - Architettura
MUDEC : IL VALORE DELLA TRASPARENZA
A Milano, forme sinuose e opalescenti prendono vita dai rigidi volumi industriali dell’ex fabbrica Ansaldo, dove David Chipperfield ha progettato gli spazi del MUDEC – Museo delle culture. Elegante e docile, la sua linea s’insinua tra i corpi squadrati degli edifici industriali recuperati e rivestiti di zinco e trasmette la morbida leggerezza della sua struttura in cristallo, illuminata 24 ore su 24, che si accende  insinuandosi silenziosa nel cuore della fabbrica.
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L’atrio d’ingresso del MUDEC. In fondo la scala che porta nella hall

 

Il progetto del Museo delle Culture ha origine negli anni 1990 quando il Comune di Milano acquista la zona ex industriale dell’Ansaldo per destinarla ad attività culturali. Le fabbriche dismesse, veri e propri monumenti di archeologia industriale, sono state trasformate in laboratori, studi e nuovi spazi creativi. In questo scenario il Comune di Milano progetta un polo multidisciplinare dedicato alle diverse testimonianze e culture del mondo, sede espositiva delle civiche Raccolte etnografiche.
Il Museo delle Culture, concepito in un contesto socio-economico molto diverso dall’attuale, ha dovuto essere ripensato alla luce di una complessità forse non immaginabile alla fine degli anni Novanta. La vocazione interculturale che lo ha ispirato, trova oggi la sua espressione in un progetto capace di rispondere alla chiamata, negli anni sempre più partecipata, del pubblico culturale in un panorama in continua trasformazione per le istituzioni museali, la loro sostenibilità e la loro identità tra ricerca scientifica, testimonianza storica, interpretazione della contemporaneità e visione sul futuro.

Il visitatore del Museo delle Culture ( denominazione suggerita dall’architetto Stefano Boeri, nel 2012 Assessore alla Cultura, in sostituzione del nome iniziale CITTA’, soprattutto in funzione della presenza di  numerose comunità straniere a Milano) potrà visitare grandi mostre internazionali declinate attraverso i diversi linguaggi artistici, conoscere da vicino il patrimonio etno-antropologico delle collezioni del Comune di Milano composte da oltre 7000 opere d’arte, oggetti d’uso, tessuti e strumenti musicali provenienti da tutti i continenti, partecipare a una programmazione di eventi e iniziative a cura delle comunità internazionali presenti sul territorio.

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La struttura modulare del MUDEC vive in perfetta sintonia con le originarie costruzioni dell’ex fabbrica Ansaldo

 

L’architettura

L’idea parte nel 2000 con una gara internazionale. La giuria, presieduta da Gillo Dorfles e composta da tre architetti ( Giancarlo De Carlo, Enric Miralles, Luigi Mirizzi),  da museologi, urbanisti, un sociologo, uno storico del design, uno storico antropologo e un imprenditore, premia il quarantaseienne inglese DAVID CHIPPERFIELD  insieme allo Studio milanese P+arch, valutando il progetto come ” La soluzione che meglio risolve il rapporto nuovo e vecchio, senza dissonanze, ricercando propri valori in un non facile contesto.”

Poi, per la concidenza con le crisi economiche di quel decennio, ritardi di varia natura e parecchie polemiche, il progetto esecutivo prende vita nel 2007 e viene inaugurato, nella configurazione attuale nel 2015 in occasione dell’EXPO. Tutta la struttura si sviluppa all’interno del complesso ex fabbrica  Ansaldo, quindi non affaccia su Via Tortona.

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La superba hall sinusoidale coperta in vetro traslucido cui si accede dallo scalone centrale dell’atrio

 

Al visitatore si presenta un’architettura squadrata con pareti interamente rivestite  di zinco-titanio in omaggio al contesto industriale, raccolte a corona intorno a forme sinuose e opalescenti, che danno una nuova vita ai rigidi volumi industriali dell’ex fabbrica Ansaldo. Stretta tra le costruzioni preesistenti, l’architettura del MUDEC si scopre per filtri, dalle facciate metalliche verso l’esterno, ai collegamenti interni guidati da linee ortogonali di cemento.

Poi, attraverso uno scenografico scalone, si accede al primo piano nella superba  hall centrale, fulcro dell’edificio e luogo d’incontro fra le culture in mostra: un fiore quadrilobato in vetro traslucido che accoglie e raccoglie.

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La volta della piazza coperta, con un design quadrilobato

 

Un ruolo magico in questo gioco di superfici lo assume la luce: un mix creativo supportato da scelte tecnologiche avanzate. Grazie alla luce diurna, la hall tutta vetrata si  presenta attraversata da una linea verticale a tutta altezza  destinata a proseguire con l’illuminazione artificiale durante la notte e a diffondersi su tutta l’area come fosse una grande lanterna. Le superfici semitrasparenti sfidano l’opacità delle strutture preesistenti e diffondono in tutto l’edificio un senso di serenità e pace, definendo un luogo accogliente e sincero, pronto all’ascolto e alla conoscenza.

All’interno dell’edificio si sviluppano diversi spazi che offrono al visitatore e alla città una molteplicità di proposte culturali e di servizi, distribuiti su 17.000mq. L’area espositiva del Museo, al primo piano, si sviluppa intorno alla  grande piazza centrale coperta e ospita la sezione del percorso museale con le opere della collezione permanente e le sale dedicate alle grandi mostre temporanee.

Completa lo spazio l’auditorium, un teatro da trecento posti dedicato alle performance e alle arti visive.Il piano terra destinato all’accoglienza, è dotato di bistrot, design store, biglietteria, guardaroba, sala Forum delle Culture, sala conferenze-spazio polifunzionale, spazio per la didattica, laboratorio di restauro e depositi allestiti per essere visitati da piccoli gruppi accompagnati. Il MUDEC Junior, infine, è uno spazio appositamente dedicato ai bambini, dove ci si propone di avvicinare anche i più piccoli alle diverse culture del mondo attraverso attività ludiche, postazioni multimediali e laboratori manuali

L’identità visiva

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 L’identità visiva di MUDEC, progettata dallo studio FM milano è costruita sulle contaminazioni e gli innesti provenienti da tutte quelle culture che compongono il mosaico della storia del mondo. A cominciare dal marchio, la “M” zoomorfa iniziale, che si ricombina all’infinito con gli accenti, i segni e le peculiarità degli alfabeti prodotti da tutti i popoli. Una “M” cornuta che muta sembianze e si riconfigura contaminandosi con i segni dell’alfabeto indiano, con i segni diacritici dell’alfabeto arabo, con alcune parti degli ideogrammi giapponesi.

Il progetto delle icone che compongono la segnaletica del MUDEC è una citazione giocosa delle pitte rupestri e dei geroglifici egizi, agli albori della civiltà.

mudecI colori utilizzati nella grafica dello studio FM milano sono quelli forti dei popoli, il magenta dei sari tradizionali, il turchese campionato dai pattern delle stoffe Quechua, l’oro dell’artigianato e della gioielleria omanita, il viola degli abiti tradizionali vietnamiti, colori contrastanti tra loro, spesso stridenti, che determinano una continua tensione e vibrazione figurativa.

In tutti i poster praparati per l’apertura del MUDEC che hanno tappezzato Milano e non solo, viene declinata questa variopinta comunicazione. Sulla argentea facciata d’ingresso del museo la” M CORNUTA” non poteva mancare: è un sottile filo fluorescente luminoso, BIANCO.

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L’affissione stradale creata per l’apertura del MUDEC nel mese di maggio 2015 in occasione di EXPO

 

Forum della Città Mondo

Il Museo delle Culture si propone di essere un polo in costante dialogo con le comunità internazionali presenti a Milano, capace di intercettare la pluralità delle culture della città e di restituirne la complessità tra ricerca scientifica, testimonianza storica e interpretazione dell’attualità.
Per questo il Comune ha sottoscritto con l’Associazione Città Mondo una convenzione destinata a dare sostanza alla natura interculturale dello spazio tramite la partecipazione attiva delle comunità internazionali alla programmazione dell’attività del Museo. A questo fine la convenzione prevede la concessione di utilizzo di due spazi del Museo:
lo “Spazio Attività Organizzative” di 115 mq, quale sede organizzativa dell’Associazione Città Mondo e luogo per gli incontri dei Tavoli di Lavoro del Forum: Museo delle Culture, Donne e Culture, Alimentazione e Orti urbani, Comunicazione ed Eventi Culturali, Partecipazione e Cittadinanza Attiva.

lo “Spazio delle Culture Khaled al-Asaad” di 137 mq è un laboratorio creativo per la realizzazione di attività culturali ed espositive nei diversi linguaggi dell’arte (musica, arte visiva, performance, ecc), aperte al pubblico e coerenti con le finalità del Museo, comprese conferenze, corsi, laboratori e incontri interculturali.
Questo spazio sarà utilizzato in condivisione con altri attori e ospiterà anche attività diverse approvate dalla Direzione scientifica del Museo. L’Associazione Città Mondo, costituitasi nel settembre 2013, coordina le attività del Forum della Città Mondo, promosso dall’Assessorato alla Cultura sin dal 2011 come luogo di partecipazione di oltre 500 associazioni rappresentative delle numerose comunità internazionali presenti sul territorio. L’Associazione è un organismo di secondo livello che attualmente comprende 89 associazioni rappresentative delle varie comunità internazionali, di cui 20 delle Americhe, 23 dell’Africa, 25 dell’Europa e 12 di Asia e Oceania.

Il Tavolo Museo delle Culture in collaborazione con l’Associazione Città Mondo, ha progettato e progetta costantemente una serie d’iniziative, eventi e conferenze culturali, da tenersi nello “spazio delle Culture Khaled al-Asaad” del MUDEC. Le proposte, in linea con la mission del museo, provengono dai membri del Forum della Città Mondo e vengono selezionate in accordo con la direzione scientifica del MUDEC. Fra queste una proposta di dialogo fra la cultura armena e quella italiana per promuovere la salvaguardia del patrimonio artistico armeno, una conferenza sul tema della rappresentazione grafica araba e indiana, sempre sul tema della scrittura una presentazione sulla calligrafia come arte in Cina e Giappone e ancora una presentazione di 35 giochi di strada da tutto il mondo..

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Uno scorcio della grande hall che porta alle aree espositive

 

La biblioteca

Con un patrimonio di oltre 4000 opere e fondi bibliografici accessibili al pubblico su appuntamento, la Biblioteca del Museo delle Culture rappresenta un punto di riferimento per la ricerca in ambito etno-antropologico e di storia delle arti non europee in continuo sviluppo grazie ad acquisizioni e donazioni bibliografiche.
La Biblioteca del Museo delle Culture ha recentemente acquisito numerose donazioni di privati, che hanno arricchito notevolmente il patrimonio librario. Tra queste le più importanti sono: la donazione Aldo Lo Curto, composta da più di 600 elementi tra libri e materiale multimediale; la donazione Segre, di cui si contano più di 100 opere; la donazione Sauro Baldi con circa 1000 testi, per la maggior parte sulle civiltà dell’America Latina; la donazione Ricci (per intermediazione dell’Associazione Amici Sala delle Asse) con più di 100 libri che abbraccia principalmente aree geografiche dell’India, della Cina e del Giappone. Negli ultimi anni si è data anche molta importanza allo scambio librario con altri musei e istituzioni, per questo il patrimonio librario del museo è in continuo aumento.

Governance

MUDEC presenta una governance innovativa con una formula di gestione in partnership tra pubblico e privato che vede insieme il Comune di Milano e Sole 24 ORE Cultura.  La partnership, raggiunta mediante la selezione con procedura di evidenza pubblica, rappresenta un’importante e pioneristica soluzione capace di rispettare l’identità del polo culturale e allo stesso tempo rispondere alla necessità di efficienza e sostenibilità. La direzione scientifica, la conservazione, la valorizzazione del patrimonio, il coordinamento delle attività del Forum delle Culture sono affidati al Comune di Milano; a 24 ORE Cultura la realizzazione delle grandi mostre temporanee e la gestione dei servizi aggiuntivi.

Si è determinata così una significativa esperienza – la prima in Italia- di collaborazione tra soggetto profit e soggetto no profit che, oltre a fondarsi sulla condivisione di know how, genera dinamiche virtuose di gestione culturale e fa nascere a Milano un nuovo polo culturale che offre, accanto al museo e agli appuntamenti espositivi temporanei, una molteplicità di servizi che vanno dalla caffetteria al design store, dal ristorante al parcheggio pubblico.
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