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PERCHE’ NON PARLI?

27 Febbraio 2017 - Lighting Project
PERCHE’ NON PARLI?

Si narra che Michelangelo, ammirando il suo Mosè, estasiato dalle forme tanto realistiche dell’imponente scultura, sia stato colpito da un violento accesso d’ira ed abbia esclamato la celebre frase «Perché non parli?» Non solo, si narra anche che l’artista abbia addirittura colpito con veemenza il ginocchio del personaggio biblico con un martello.

 

Una lunga opera di manutenzione e restauro e, a partire dal 24 gennaio, una nuova illuminazione, hanno portato nuova luce su uno dei grandi capolavori della Capitale. Si tratta della Tomba di Giulio II di Michelangelo, che si trova nella Chiesa di San Pietro in Vincoli a Roma e che include la celeberrima scultura del Mosè. Il restauro, a cura della Soprintendenza per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, e la nuova illuminazione, sono stati realizzati grazie al contributo del Gioco del Lotto, che rinnova il suo impegno ormai storico nel settore dei beni culturali. Attraverso tecniche informatiche innovative e lampade al LED di Viabizzuno, l’impianto, curato dal lighting designer  Mario Nanni, in collaborazione con Antonino Forcellino, ha ulteriormente esaltato la scultura vibrante michelangiolesca che nel monumento emerge in tutto il suo splendore.

IL PROGETTO ILLUMINOTECNICO

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L’effetto finale è un chiaroscuro sul marmo. «E’ quello che Michelangelo usa già nei suoi quadri dosando il bianco, spiega Antonino Forcellino, storico, restauratore, una vita dedicata alla Tomba di Giulio II.  Nel terminare le sculture sceglie con attenzione gli strumenti e il tipo di gesti. Quando vuole che la pietra assorba la luce usa solo la gradina, uno scalpello a denti di cane. Quando vuole maggiore luminosità usa la pomice che crea un effetto liscio sul marmo. Quando invece vuole lustrare e dare un effetto di preziosità alla pietra usa il piombo. Lo fa sul braccio del Mosè e sulla fronte, ad esempio, dove sa che andranno a cadere i raggi del sole. Da lontano sotto la luce sono le parti del monumento che appaiono più brillanti quando sono illuminate», racconta Antonio Forcellino.

Le luci restituiscono in forma del tutto naturale i colori e l’intensità della luce romana nella zona di San Pietro in Vincoli. “Il progetto di luce per il monumento della sepoltura di Papa Giulio II“, ha commentato Mario Nanni, “intende restituire al visitatore che entra nella Chiesa la visione e l’emozione originariamente pensate dal maestro rinascimentale. È indubbio che Michelangelo al momento della lavorazione meccanica del marmo tenesse già conto della luce che filtrava attraverso la finestra posta alla destra dell’opera e delle ombre da essa generate”.

Il lighting designer  ha cercato quindi di leggere ed ascoltare il luogo. Dopo aver studiato attentamente la luce naturale che penetra dalle finestre ad est e ad ovest della Chiesa nelle diverse ore del giorno, ha costruito il suo percorso utilizzando sorgenti a luce elettronica, in grado di riprodurre la luce del sole.

UN PROGRAMMA DI EVENTI PER IL GRANDE PUBBLICO

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L’intervento, insieme al restauro, arriva dopo 15 anni dagli ultimi lavori che hanno interessato il sito, visitato ogni anno da milioni di persone e quindi soggetto ad una grande varietà di problematiche e agenti atmosferici. I visitatori che andranno a Roma potranno finalmente vedere i colori originali del marmo di Carrara, ma anche i particolari raffinatissimi della scultura michelangiolesca, grazie ad un’operazione che ha restituito al monumento lo splendore che doveva avere nel XVI secolo, alla sua costruzione. L’impegno del Gioco del Lotto, infine, non si ferma qui: nel corso dei prossimi mesi, si farà promotore di numerose attività per far conoscere al grande pubblico questo importante monumento.

FOTO DI  ANDREA JEMOLO

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