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UN FILO DI LUCE NELLA COMUNICAZIONE

30 Marzo 2020 - Altro

IL CIELO IN UNA STANZA, OGGI PIÙ CHE MAI. Per dare un segno della mia voglia di stare insieme, come stanno facendo tanti altri giornalisti, esperti di comunicazione ( verbale e visiva… voilà), architetti, lighting designer, editori, artisti… ho lanciato un messaggio – invito ai lettori di LIGHT SIGN per scrivere una lettera, un breve testo per fermare/ trasmettere un proprio momento di attività, inattività, riflessione che nasce tra le mura domestiche dove avevamo, purtroppo, perso l’abitudine di fermarci.

Nessuno sa quanto tempo passeremo in questo eremitaggio mediovale, in questa “pestilenza vaporosa”, chissà quanti testi, messaggi socio-culturali-confessionali tristi e allegri saranno lanciati on line, in tv, sulla carta stampata per designare, disegnare, esprimere questi momenti di MALEDETTA SOLITUDINE.

Il valore delle testimonianze, di questa ENERGIA SECCA,  lo valuteremo quando dolori e paure saranno lontani.

L’invito e’ rivolto a tutti i lettori di LIGHT SIGN, addetti o non addetti ai lavori: scrivetemi pubblicherò i vostri messaggi, anche in forma anonima.

ECCO LE PRIME RISPOSTE ALL’APPUNTAMENTO


LETTERA 1

DALL’ARTISTA E MUSICISTA DIEGO BOIOCCHI DI PAVIA

Carissimi,

ben lieto di condividere con Voi la mia attuale quotidianità.

Fino a lunedì ho lavorato, funzionario pubblico in Enti Locali.

Da alcuni giorni grazie al tele lavoro mi trovo a casa, con mia moglie Caterina e mia figlia Bianca, di sei anni, in un appartamento con giardino in centro a Pavia.

Ho precisato “con giardino”, perché tale elemento spaziale risulta fondamentale per salvaguardare la nostra resistenza psico/motoria, soprattutto psico. Il giardino rappresenta l’attuale vera nostra ricchezza, beneficio tangibile e diretto di una fortuna in precedenza non abbastanza apprezzata, alla stregua di tanti altri elementi dati per scontati. Ecco, ora che lo scontato non c’è più, si apprezza e si gode finalmente ciò che abbiamo.

E ci rendiamo conto che siamo fortunati. Io lavoro da qui, in salotto al piano terra, dalle 8 alle 17. Mia moglie, che in qualità di titolare di una ditta commerciale non essenziale ha giocoforza la serranda abbassata, si prende cura di Bianca in tale periodo, tra lezioni di scuola on line, pulizie domestiche, cucina, tavola… con una televisione sempre accesa sulle notizie dell’ultima ora e musiche di cartoni animati o giochi per bimbi sempre nelle orecchie.

Quando posso ascolto musica (classica, jazz o colonne sonore), mi diletto a trascrivere partiture orchestrali di grandi musicisti, compongo qualcosa al pianoforte. Di sera, prima di dormire, seguo alla tele da solo le notizie della giornata.

Se la questione si dilungherà, ho tutto pronto in locale annesso al giradino per dipingere, un atelier fatto e finito, ricco di ogni attrezzatura ed accessorio.A dire il vero, potrei vivere qui per anni.Prego solo che la salute ci assista. Auguro lo stesso a tutti Voi.

Pavia, 26 marzo 2020

“Acca” di Diego Boiocchi – Opera tetrale originale realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera (Pittura, Scenografia, Costumi) – Regia di Paolo Giorgio (Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi – Milano) – musiche di Diego Boiocchi – anno 2019

“Fiumana” di Diego Boiocchi – opere digitali stampate su carta in inchiostro blu – dimensioni 50×70 – anno 2019


LETTERA 2

DAL SENIOR MARKETING MANAGER  DI UNA MULTINAZIONALE TECNOLOGICA: E.S. DI MILANO

Caro Direttore,

In questo buio interiore in cui sono precipitata questo e’ il mio filo di luce. Come sai sono divorziata e vivo con i miei due figli adulti che presto usciranno di casa per vivere la loro vita.

Verso la fine dell’anno scorso avevamo deciso di fare un viaggio a New York per Pasqua che per ovvi motivi abbiamo dovuto cancellare. Avevamo molta voglia di fare questo viaggio insieme perche’ sapevamo tutti e tre che sarebbe stato importante per la nostra storia e che sarebbe finito nei ricordi e nei milestone della nostra vita.

Gli eventi pero’ ci hanno chiuso in casa insieme per affrontare l’emergenza.

L’inizio e’ stato difficile, grandi litigate, grandi scontri, poi qualcosa e’ cambiato.

Oggi dopo un mese stiamo facendo il nostro percorso insieme come tre adulti, imparando a conoscerci, rispettandoci al di la’ dei ruoli, come esseri umani.

LA VITA CI HA CONSEGNATO IL NOSTRO VIAGGIO!

milano, 15 marzo 2020


LETTERA 3

DALL’ARCHITETTO MARCO RESETTI DI VERONA

Carissimi amici, colleghi, lettori che non conosco,

mi viene rivolto un invito (plurale) a tracciare un pensiero di come scorrono le mie giornate in questo tempo di isolamento.

Potrei scrivere, in 4 parole: non leggo le mail.

Non se ne può più! In un momento in cui tutti siamo INDISPOSTI  a tutto, tutti ci sono scatenati a scrivere messaggi frenetici come alimentati dal fuoco del coronavirus.

Sono una vittima designata della comunicazione on line.

Con mano leggera cancello, annullo, cestino, non leggo più e mi faccio dei gradevoli riposini pomeridiani.

Marzo è il più terribile dei mesi, altro che BENTORNATA PRIMAVERA!

Passo il tempo con banali/profonde riflessioni (dall’amore all’odio) sui progetti fermi, ma in verità non è così perché poi mi metto al mio solito posto e vedo che quanto sto facendo è mille volte più importante del momento che mi/ci affligge.

Con un però.

Il viaggio che avevo in programma per vedere il cantiere,  SALTATO.

Il direttore lavori, in QUARANTENA.

Il cliente, nel mezzo del cammin… si trova tra l’INFERNO e il PARADISO.

Le mie fatture, sono state colpite da un FULMINE.

Sono completamente solo in studio, sembra impossibile, non soffro: bisogna convincersi

PASSERA’.

Verona, 27 marzo 2020

IMMAGINI: ARCHIVIO LIGHT SIGN


LETTERA 4

DAL DIGITAL BUSINESS ANALYST STEFANO BATTAGLIA DI MILANO

Cari lettori,

sono giorni (mesi?) di confinamento spaziale e sospensione temporale, distopia sociale.

Fra tutte le cose di cui si ha bisogno, la cosiddetta “vita interiore”, che fino a ieri era sovrastata da tutto il resto, ora si riaffaccia ed abbiamo la possibilità di scegliere dove indirizzarla.

Ho bisogno di una colonna sonora, per questo pianeta 2.0 che ci è stato consegnato. Da sempre fruitore di musica, riscopro il supporto analogico: dischi in vinile. Una collezione non vastissima ma molto varia. Il vecchio giradischi (1982) funziona egregiamente, è collegato ad un impianto hi-fi di tutto rispetto ed ha anche una funzione estetica non trascurabile.

Mozart, i concerti per pianoforte sono di una attualità disarmante, quasi un paradosso temporale, e commuovono. Sono i dipinti di Vermeer e Monet, di Klimt (altri paradossi temporali), Miles Davis, genio assoluto, inarrivabile. Quando si cominciò a parlare di jazz-rock i suoi lavori (Bitches brew, On the corner) dissero: si fa così. Era vero.

Frank Zappa, molti si sono chiesti, che spreco di tempo, quale “genere” suonasse. Il “genere” di Frank Zappa era Frank Zappa: influenze miste, da Stravinsky al teatro dell’assurdo di Jonesco. Chitarrista feroce ma anche sperimentatore elettronico con il Synclavier, con risultati eccelsi (Jazz from hell).

Led Zeppelin, il blues non fu più lo stesso, diventò brutale ed aggressivo, ma ascoltare quella voce strappata e quella chitarra lancinante rende liberi, anche e soprattutto adesso.

Andrà tutto bene. Milano, 27 marzo 2020

 

 

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