Il Salone dei Mesi, capolavoro rinascimentale di Palazzo Schifanoia a Ferrara, torna a splendere sotto una nuova luce. Al termine del lungo lavoro di restauro architettonico del palazzo e della realizzazione del nuovo progetto d’illuminazione, la prestigiosa sala al primo piano della delizia estense, sede dei Musei di Arte Antica, torna ad essere visitabile e, soprattutto, apprezzabile in ogni dettaglio.
di Maria Teresa Ceola, architetto
Torna a splendere Palazzo Schifanoia a Ferrara, città che fu d’avanguardia, capace di elaborare un linguaggio artistico prezioso e popolare.
La Delizia eretta per volere di Alberto V nel 1385, agli estremi margini della città, era destinata agli svaghi, a “schivare la noia”.
La struttura originaria, ampliata da Borso che la elesse a residenza prediletta, ha come fulcro il Salone dei Mesi, fatto decorare dal principe estense dagli artisti della “Officina Ferrarese” tra cui svetta Francesco del Cossa.
Il Salone dei Mesi è una miscela di sapienza antica, astrologia e pragmatismo politico elaborata da Pellegrino Prisciani, astrologo di corte, per esaltare l’età dell’oro che la città visse nei vent’anni di potere borsiano.
Alle pareti scorrono le immagini dei dodici mesi, dove ciascun periodo dell’anno è suddiviso in tre fasce. La fascia superiore rappresenta il trionfo della divinità protettrice.Quella inferiore, scene di attività pubbliche: Borso intento ad amministrare la città, a ricevere ambasciatori, a sfilare in parata, a dedicarsi ai piaceri della caccia…
La fascia centrale a livello iconologico è la più importante. Rappresenta i segni zodiacali del mese insieme ai tre decani, restituiti alla piena lettura grazie agli studi compiuti da Aby Warburg nel corso del Novecento.
Warburg dimostrò che andavano interpretati come le rappresentazioni dei 36 decani, tre per ogni mese, in cui si usava suddividere il cerchio astrologico. Arriva a questo risultato dimostrando che Prisciani conosceva perfettamente i testi del matematico e astrologo persiano Albumasar (IX sec.), i cui scritti, tradotti in latino, erano presenti nella biblioteca di corte.
Il risultato è una singolare commistione di astrologia di origine araba, di mitologia di derivazione medievale e di propaganda politica. Chiusa dopo il terremoto del 2012, La Delizia estense, ha subito delicati restauri volti al miglioramento strutturale.
È stato messo in opera un bel pavimento in cotto biondo, sono state oscurate le ampie finestre e realizzata una nuova illuminazione progettata da Alberto Pasetti Bombardella, che offre un’inedita esperienza di visita, immersiva ed emozionale. Un sistema dinamico a led è in grado di spaziare dalla luce omogenea a scene di dettaglio.
Complessivamente sono predisposte 52 scene luminose, con viste d’insieme (mesi) e vedute di particolari (dettagli) dalle quali sono tratte due sequenze dinamiche, una rivolta all’esplorazione dei mesi e una utile alla lettura della fascia zodiacale oltre ad alcuni particolari figurativi e simbolici.
Il principio di illuminazione si fonda sull’uso di proiettori, appositamente trasformati, personalizzati, per rispondere alla necessità geometrica dovuta alla limitata distanza intercorrente tra le pareti e la loro struttura ospitante a terra.
QUALITÀ DELLA LUCE
La qualità dei flussi luminosi, siano questi rivolti all’illuminazione del sistema generale o dei dettagli presenti sulle superfici affrescate, è prevista con un’elevata resa cromatica con un “color rendering index” (CRI) superiore a 95 e una puntuale resa cromatica in relazione alla frequenza del colore rosso R9 superiore a 80, fornita dal partner tecnico iGuzzini Illuminazione.
I flussi luminosi, tutti dimmerabili 5-100%, sono caratterizzati da una temperatura di colore pari a 3500 K e sono riconducibili a sorgenti a LED con massimo 3 step Mac Adams di differenza.
La distribuzione luminosa su tutte le superfici pittoriche è prevista nel rispetto dei criteri e norme per la tutela e la conservazione delle opere d’arte sensibili: valori di illuminamento inferiori a 150 lux, circa 100 lux medi effettivi.
CONCEPT E PROGETTO DI VALORIZZAZIONE ILLUMINOTECNICA
Arch. Alberto Pasetti Bombardella con arch. Claudia Bettini e arch. Chiara Brunello e dott.ssa Caterina Salvini
Tecnologia e hardware: iGuzzini illuminazione
Struttura customizzata: Visual Srl
Installazione e montaggio: Michele Brugnatti srl
Foto di: Henrik Blomquist
* è in questo modo che in un documento del 1437 viene definito Palazzo Schifanoia.
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